Il 2 novembre 2008 è andato in scena il Gran Premio del Brasile, nel quale si è deciso proprio il Mondiale di F1 di quell’anno, sia per quanto riguarda la Coppa Costruttori, che quella Piloti. La Ferrari è la favorita nel primo dei due, ma nel secondo quasi tutti sembrano puntare su Lewis Hamilton, che proprio nella gara brasiliana dell’anno precedente aveva rischiato di diventare Campione del Mondo alla prima stagione in Formula 1.
Nel GP del 2007 però si impose Kimi Raikkonen, autore di una grande annata d’esordio in Ferrari e vincitore finale. Inoltre la stagione appena superata dalla McLaren e da Hamilton non è delle migliori, vista la famosissima spy story di quel 2007: in poche parole Nigel Stepney (capomeccanico e coordinatore tecnico nel grande ciclo di vittorie del periodo Schumacher), amareggiato per il trattamento ricevuto dalla Scuderia di Maranello, provò a sabotare il GP di Monaco della Ferrari e passò anche dei disegni delle monoposto a Mike Coughlan, il capo progettista della McLaren.
La decisione della FIA fu quella di azzerare i punti della scuderia inglese. Insomma, il Mondiale 2008 non è soltanto riassunto dalla lotta tra Massa ed Hamilton, ma ha dei precedenti importanti. All’ultimo appuntamento di questo Campionato si arriva dunque col brasiliano indietro di 7 punti sul britannico, ma la pole è proprio del ferrarista, mentre Hamilton è quarto in griglia. Poco prima del via arriva la classica pioggia improvvisa del Brasile, che lascia però la pista allagata e costringe i commissari a ritardare la partenza di 10 minuti, i piloti decideranno poi di partire comunque con gomme intermedie.
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Felipe Massa vede la possibilità di vincere gara e Mondiale a casa sua e sin dalle prime battute impone un ritmo forsennato, mentre Hamilton dopo il cambio gomme effettuato da tutti si ritrova settimo. Il pilota McLaren non si scompone e passa poi Fisichella.
A metà gara il Mondiale sembra saldamente tra le mani dell’inglese, visto che il pilota più vicino a Massa è Alonso (4 secondi dietro) e a seguire il campione uscente Raikkonen, con lo stesso Hamilton quarto davanti a Glock. Dopo il secondo pit stop per tutti, tranne Vettel che per un problema ne ha effettuati 3, il ferrarista in lotta per il Mondiale è sempre primo e il suo diretto avversario è ancora quarto e quindi momentaneamente campione.
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Al giro 60 però, cominciano a cambiare le cose: Vettel è ormai nella scia di Hamilton e soprattutto il cielo di Interlagos torna a minacciare pioggia. Solo 5 passaggi dopo cominciano forti precipitazioni, portando al pit stop molti piloti, che in realtà sbagliano ad effettuare la sosta perché la pista resta incredibilmente asciutta e Timo Glock, equipaggiato con gomme slick, fa segnare tempi competitivi. Hamilton nel frattempo è assediato da Vettel e non può permettersi di perdere la posizione, il che renderebbe Massa Campione del Mondo.
Succede proprio l’opposto: alla Juncao il britannico arriva lungo e il tedesco lo supera. L’ultimo giro inizia con Glock in vantaggio di 15 secondi sul pilota McLaren, ma con la pista ora molto bagnata. Felipe Massa transita sul traguardo da vincitore del GP di casa e soprattutto da Campione del Mondo e tale rimane solo per qualche secondo, perché sempre alla Juncao Hamilton riesce a superare Glock, lentissimo per via delle gomme da asciutto.
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Al box Ferrari qualcuno esulta inconsapevole della beffa, ma è famoso il video di un membro del team di Maranello che mentre gli altri si abbracciano tira una testata ad una parete, facendo capire agli altri cosa sia successo. Felipe Massa sale sul podio in lacrime e si batte la mano sul petto in corrispondenza del Cavallino Rampante, per ringraziare i suoi. Sa però che il Mondiale perso non è da imputare solo alla sfortuna del GP del Brasile, quanto agli errori suoi e del team e alla mancanza di affidabilità. Lewis Hamilton invece, è Campione del Mondo per la prima volta nella sua carriera, alla seconda stagione in F1 e riscatta la beffa dell’edizione precedente. La Ferrari si consola con il Mondiale Costruttori, l’ultimo fino ad oggi del Cavallino Rampante.
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