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Grazie Vale

Barbuzzi Giacomo

Il 5 agosto 2021 passerà alla storia come il giorno in cui Valentino Rossi ha annunciato il ritiro dalla MotoGP e, quasi contemporaneamente, in cui Lionel Messi ha deciso di non rinnovare il suo contratto col Barcellona. Due miti dello sport che hanno scelto di cambiare, ma in maniera diversa, perché l’argentino lo vedremo presumibilmente con un’altra maglia (fa male lo stesso dirlo), mentre Valentino Rossi ha deciso che al termine di questa stagione smetterà.


Già la notizia della conferenza stampa straordinaria fissata per le 16:15 aveva portato molti a pronosticare il ritiro del 46, ma la verità è che il tutto era nell’aria da qualche tempo. Il problema è che in questi casi l’addio di un’icona del genere viene sempre considerato, ma pensato come lontano nel tempo. In quanti si sono chiesti “quando si ritirerà Valentino, che succederà?”, probabilmente molti, tutti però hanno immediatamente pensato che a quella domanda ci fosse tanto tempo ancora per poter rispondere.

Ecco, il momento è arrivato e, neanche fossimo a scuola, siamo tutti impreparati. Qualcuno ha detto che non avrà più senso guardare la MotoGP e che quasi essa cesserà di esistere. Probabili esagerazioni, anche se ovviamente ognuno è libero di smettere di vedere le gare. Come è giusto che sia però, la categoria continuerà ad andare avanti e verrà ancora seguita molto, ma ovviamente cambierà qualcosa, un cambiamento che forse è già iniziato da un po’ di tempo.


La poca competitività di Valentino, l’infortunio di Marc Marquez e l’uscita di scena (chissà se temporanea) di Dovizioso hanno contribuito ad avviare una sorta di ricambio, che al momento personalmente non entusiasma. Soprattutto con l’incidente del numero 93 l’anno scorso a Jerez, il livello si è abbassato clamorosamente. Molti hanno affermato che ora c’è più equilibrio, il che è vero relativamente, perché sicuramente la stagione è meno monotona, però ha perso i suoi alfieri più rappresentativi.

Sono loro che hanno permesso a molti di credere in qualcuno a livello sportivo, sono sempre loro che hanno portato tantissime persone ad avere quell’intrattenimento di cui sentivano il bisogno e di cui ora non riescono a fare a meno. Possono piacere o no, ma hanno cambiato le nostre vite e ci hanno accompagnato per tanti anni, nel caso di Valentino 25, che sono tantissimi.


Le statistiche sono troppe, ma è giusto soffermarsi su una di queste: 423 gare disputate. Sicuramente aumenterà ancora, ma di per sé questo numero è già significativo perché fa capire come lui sia considerato normale, quasi fisiologico da conoscere e vedere in pista. Quando ha annunciato il suo ritiro a fine stagione, dopo qualche minuto di smarrimento, ho pensato proprio a questo: chi verrà dopo non potrà dire di aver visto “il Dottore” correre, mentre il sottoscritto potrà vantarsene.

Ai miei ipotetici figli, dirò di aver visto Valentino Rossi correre e per me tutto ciò sarà motivo d’orgoglio. Chi è nato nel nostro periodo ha avuto il piacere di godersi un tale campione e non deve dimenticarsi mai di quanto sia stato fortunato. Ora come ora, sarebbe bello poter rivivere tutte le sue 423 gare disputate senza sapere il risultato e tutta la loro storia, per riuscire a provare ancora quelle emozioni.


Non si deve buttare via niente della carriera del numero 46, neanche gli ultimi anni decisamente meno vincenti, perché anche questi sono stati a loro modo belli. Ci hanno permesso di ricordare il motivo per il quale la gente lo ama, che non è legato alle sue vittorie, o almeno così non è per molti: le persone sono affezionate a Valentino Rossi perché ha fatto innamorare un Paese intero e ha dimostrato che sono le passioni a farci vivere veramente.


Ieri, dopo le sue parole, mi è passata davanti agli occhi la storia della sua carriera e della mia vita privata, che spesso hanno coinciso. Tutto quello che sono stato capace di pensare, come avranno fatto in molti, è: grazie. Abbiamo trascorso anni splendidi e ogni singolo istante, momento o attimo è stato semplicemente bellissimo, ma soprattutto, lo abbiamo vissuto sempre insieme. Noi, come direbbe qualcuno del settore, “tutti in piedi sul divano” e lui, in pista, a fare magie.

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