Esattamente 2 giorni fa ricorreva l'anniversario della terza vittoria ai mondiali del Brasile nel 1970, che in finale vinse contro la nostra nazionale. In quell'occasione è stato celebrato uno dei principali artefici di queste vittorie, O'Rey, Pelè. Dopo aver vestito per 19 anni la maglia del Santos ed aver messo a referto 761 reti in 821 partite ufficiali, più di 1000 considerandole tutte, il gioiello brasiliano nel 1975 decise di trasferirsi in America, nella Northern Soccer League, firmò con i New York Cosmos.
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La lega americana nata 7 anni prima aveva bisogno di una star in grado di trainare tutto il movimento, al tempo non c'era partecipazione e gli stadi erano vuoti; il calcio americano, che aveva piegato le regole originali ai bisogni del tifoso medio USA, necessitava di una personalità di punta, e chi meglio di O'Rey, in quel momento considerato il miglior giocatore al mondo. I Cosmos erano una squadra con grandi possibilità finanziarie e per far diventare realtà il trasferimento si scomodò addirittura Henry Kissinger. L'approdo di Pelè avvenne in una atmosfera surreale, una cinematograficità mai vista per la presentazione di un giocatore, perché insieme a lui arrivò nella squadra della Grande Mela anche un giocatore niente male, un certo Franz Beckenbauer.
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Il brasiliano in 3 anni in America guadagna più soldi rispetto ai 19 anni precedenti in patria, firma contratti con moltissime realtà americane come la Warner Bros, diventa un divo ed un trendsetter, quello che la lega voleva, il giocare a calcio era solo un pretesto, lui è lì per espandere il brand in tutto il mondo. Le partite diventano spettacoli e delle passerelle, il livello del resto della lega non è quantificabile, one man show. Però per le altre squadre non era così, gli stadi rimanevano vuoti e alla gente il calcio non interessava. Era stata creata una dipendenza verso Pelè che aveva solamente effetti negativi sul movimento calcistico statunitense. La lega dunque fece il passo successivo, dopo di lui arrivarono altri giocatori famosi, come Beckenbauer direttamente dal vecchio continente. Per citarne alcuni: Cruyff, Best e Hugo Sanches, che si accasarono tutti con squadre diverse. Anche loro ricoperti d'oro, lo stesso Cruyff, ormai ritirato, tornò a giocare solo perché aveva problemi economici.
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A più di 40 anni di distanza si può dire che l'esperimento sia fallito, negli USA dopo una leggera euforia iniziale, tornò tutto come sempre, a dimostrazione del fatto che il calcio fosse stato imposto e presentato in maniera errata al pubblico oltreoceano, nel 1985 delle 24 squadre che componevano il campionato ne erano rimaste solo 2. Stipendi esorbitanti che non valevano il confronto mediatico, negli States il calcio non interessava e non aveva senso chiamare campioni di questo calibro se la gente non sapeva chi fossero. David Beckham negli anni 2000 andò a giocare in America e riaprì la strada a questo trend, ma anche in quell'occasione, come tutti i giocatori dopo di lui, lo fece solo per soldi. Il calcio visto unicamente con l'occhio degli affari non può durare, per farlo bene lo si deve amare, e non amare i profitti che ne derivano.
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