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Storytelling: Il giorno in cui Paul Auster riscrisse i Brooklyn Nets

Immagine del redattore: Giaquinto GiacomoGiaquinto Giacomo

"Mai sottovalutare il potere dei libri"; può significare molto se ti chiami Paul Auster e vieni da Brooklyn. E' una frase che suona di rivalsa, di rinascita e infatti la pronuncia uno yankee attempato mentre osserva il tramonto dal ponte più celebre di New York. Sì esatto, lo stesso delle gomme da masticare. La frase in apertura è tratta da "Follie di Brooklyn", il romanzo più famoso di Paul Auster, e racconta di un uomo che decide di affrontare la morte nel suo boroughs preferito riscoprendo il rapporto con le strade, la famiglia, la storia e lo sport. Seguendo il viaggio di Nathan Glass (protagonista del libro, Ndr.) peschiamo a piene mani tra le sue 265 pagine ed estrapoliamo un post-it appeso al Manhattan Bridge: "Il fumo e il basket hanno cambiato la mia vita. Il primo mi ha tolto tutto. Il secondo mi ha ridato tutto"; Coach Carter ringrazia. Succede se sei Paul Auster e la franchigia sull'oceano si chiama Brooklyn Nets.

"Philadelphia is getting closer and closer..."; i Nets hanno appena battuto i Los Angeles Clippers, vengono dalla vittoria sui Lakers di LeBron James, Steve Nash (allenatore dei Nets, Ndr.) dimostra ancora la propria sfera emozionale da bradipo a riposo e Kevin Harlan - voce storica del basket TNT - ricorda a tutti i fan che i 76ers sono solo a una lunghezza di distanza per il dominio a Est. 20-12; tutto nella norma se non fosse che il tuo giocatore migliore: Kevin Durant, è seduto in infermeria. "Follie di Brooklyn", griderebbe Paul Auster se potesse prendere tra le mani il microfono dei telecronisti e non avrebbe tutti i torti. 'Houston, abbiamo un problema!'... no, non più. James Harden, la mano mancina più educata dai tempi di Leonardo Da Vinci, è tornato ai fasti del Texas e ora non si limita solo alla combo R2-L2 da NBA 2k21: crossover & shot, ma passa la palla e la passa da Dio! Succede quando il tuo coach è al terzo posto nella classifica dei migliori assistman di tutti i tempi. Sia lode al Canada! gridano ancora a Phoenix. In sintesi: luci di Hollywood acquietate e il lungo viaggio a Ovest non poteva andare meglio di così. "Chiedere perdono a qualcuno è una cosa complicata, una prova di delicato equilibrio tra la durezza dell'orgoglio e lo strazio del rimorso"; ancora Paul Auster a pagina 53 del suo capolavoro e questa volta sembra un ritratto ben definito di Kyre Irving. A inizio stagione i suoi mugugni minavano la stabilità degli ex New Jersey Nets e il bambino sembrava parecchio stufato dal giocattolo. Poi qualcosa è cambiato (altro grande film dedicato a New York con ben due oscar all'attivo) e il ragazzino ha trovato pace per il suo orgoglio con i nuovi compagni di merenda e la strazio del rimorso passa per i ventotto rifilati alla seconda casa di LA e la valida convocazione per l'All Star Break 2021. Bentornato Kyrie!

"The Kings lost the crown"; ancora Kevin Harlan, ancora una vittoria, ancora senza Kevin Durant. La nuova tacca al ponte di Brooklyn si chiama Sacramento: 127 a 118. Protagonista del film: James Harden; sesta tripla doppia in stagione. 29 punti, 14 assist e 11 rimbalzi e la barba più famosa del NBA raggiunge il terzo posto nella classifica dei double di franchigia. Co-protagonista: Bruce Brown. L'ex Piston parte in quintetto base e realizza 29 punti, di cui tredici nel decisivo quarto quarto e sfiora la perfezione con 11/13 dal campo; non male per il sesto uomo meno riconosciuto dal mondo Twitter. E mentre Sacramento perde la corona, l'ultima notte di Brooklyn non sembra demordere il passo di Philadelphia (vittoria nella notte contro Toronto, Ndr.) e la barba di Harden non smette di nascondere sorprese... proprio come quella di Nathan Glass, il vecchietto protagonista di "Follie a Brooklyn". Paul Auster aveva già predetto il destino 2021 dei Nets, lo scrive a pagina 135: "Perché fino a quando la storia continua, la realtà non esiste più". Spero non crediate si tratti di una coincidenza.


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