Nel 1985 arrivò nei cinema un film che rimarrà nell'immaginario collettivo degli italiani per essere uno dei diversi sguardi ironici sul calcio di quel periodo. "Mezzo destro, mezzo sinistro - 2 calciatori senza pallone" vedeva come protagonisti i due comici Gigi e Andrea nei panni di due calciatori poco interessati al campo e tanto al letto.
In particolare il buon Andrea Roncato che rappresentava il personaggio di Andrea Margheritoni: attaccante sul viale del tramonto ingaggiato dalla Marchigiana dopo esser stato cacciato dal campionato americano per essere andato a letto con la moglie di un arbitro. E le allusioni e i bollenti ardori del calciatore si protrarranno per tutto il film, fino al lieto fine calcistico della pellicola.
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Di Margheritoni il calcio mondiale ne ha visti tanti. Ma diverse storie recenti (Balotelli in primis, ma non solo) dimostrano come il talento a volte fa molta fatica a riprendere quota. Vale la pena buttare al vento un talento per gli eccessi fuori campo? E' la domanda che si fanno tutti guardando al polverone gossipparo che si è sollevato attorno e addosso a Nicolò Zaniolo. Un polverone sul quale nessuno ha voluto gettarci sopra dell'acqua, ma anzi in tanti hanno voluto alimentare.
Giusto per la cronaca. Il trequartista della Roma è fuori da tempo per un doppio infortunio. Ha lasciato la sua ragazza, Rosa Scaperrotta, per iniziare un flirt con la modella Madalina Ghenea. Si è scoperto però che la ex è rimasta incinta per due volte e che il ragazzo non si sia voluto prendere le sue responsabilità né la prima e forse neanche la seconda volta. A quel punto si sono sono levate varie voci: la mamma lo ha difeso ma ha criticato la Ghenea; la Ghenea ha smorzato gli animi dicendo che con Nicolò sono solo amici; la zia della Scaperrotta ha riacceso la miccia dicendone di peste e corna sul giocatore; i giornali scandalistici hanno messo il puntino sulla madre di Zaniolo ricordando il suo desiderio di fare il Grande Fratello.
Il ragazzo ha pianto, si è disperato, si è preso le sgridate della società giallorossa, ma non ha mollato l'osso. Non si è nemmeno cancellato dai social, come aveva detto di voler fare. Ha deciso di affrontare la marea, come un gladiatore, con la speranza che il fuoco si spegnesse da solo. In parte, si sta spegnendo. Ma questi sono casi in cui la fiammella rimane sempre un poco poco accesa, ed è pronta a divampare a seconda dei periodi.
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Il rischio però c'era. Due anni fa, febbraio 2019, il giornalista della Gazzetta dello Sport Andrea Perrone scriveva un articolo dal titolo "Zaniolo ora va protetto". Ecco uno stralcio: "Sul talento giallorosso c'è troppa esposizione. Ecco perché il d.s. Monchi ha parlato con tutto l’ambiente che circonda il giovane talento giallorosso. Con mamma Francesca e papà Igor, ma anche con Claudio Vigorelli, il nuovo agente di Zaniolo. Il messaggio è quello, da ora in poi, di cercare di tenere un profilo il più basso possibile. Per cercare di accendere meno riflettori intorno al ragazzo e per cercare di tenerlo sempre con i piedi ben saldi per terra. [...] E allora Zaniolo va tutelato anche in questo. Perché le luci piacciono, ma quelle della ribalta a volte bruciano".
Sono sembrate profetiche quelle parole. Le luci sicuramente piacciono. Piacciono le belle donne, gli eccessi. Ma la ribalta, a volte, ti brucia addosso. E se c'è una cosa che deve fare adesso Zaniolo è quello di mantenere davvero quel profilo basso che Monchi gli chiedeva e che gli ha chiesto anche il nuovo ds Tiago Pinto.
Perché c'è la Roma e il suo futuro ad alti livelli a cui pensare. C'è un talento da preservare. E poi ci sono gli Europei, i suoi primi Europei di calcio. Ci saranno tutti i migliori talenti del Vecchio Continente. Sin da settembre, Roberto Mancini è stato chiaro: vuole attenderlo e vuole poterlo avere. Vuole poter sfoderare tutta l'artiglieria pesante dei suoi giovani. E Zaniolo non può mancare, sia fisicamente che psicologicamente.
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