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Pagellone 20/21: 38esima giornata di Serie A

  • Immagine del redattore: Simone Spada
    Simone Spada
  • 24 mag 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Il botto finale si è sentito ed è stato fragoroso, come atteso da tutti. Decisa tutta la parte bassa della classifica e definito da settimane l'Inter campione d'Italia, mancavano 90 minuti per la conquista di due posti per la Champions League. Solo che a giocarsela c'erano tre squadra ed una ha dovuto pagare pegno.


Alla fine il campionato 2020/2021 ha decretato queste sentenze: Inter, Milan, Atalanta e Juventus in Champions, Napoli e Lazio in Europa League, la Roma in Conference League. Scendono in B il Benevento, il Crotone e il Parma; salgono Empoli e Salernitana, da definire una tra Cittadella e Venezia (quest'ultimi hanno vinto l'andata della finale playoff per 1-0).

TOP.

Frank Kessie: alla fine se il Milan è in Champions League lo deve a quel giocatore che ha avuto il coraggio di prendersi sulle spalle la squadra dopo che Ibrahimovic aveva deciso di abbandonarla. Tanta sostanza e tanti gol, gli ultimi due pesantissimi per una qualificazione che non si vedeva da sette anni. Da comprimario a leader è stato un attimo.


Andrea Pirlo: settimana da incorniciare e ricordare per molto tempo. Si piglia la Coppa Italia mettendo in scacco l'Atalanta e fa quel che deve con il Bologna. Alla fine orecchie alla radiolina per vedere se forse forse questa stagione ha del dolce. Se la Juventus non dovesse riconfermarlo farebbe un errore enorme: ha fatto tanto con poco.


Domenico Berardi: per un soffio, appena due gol, il Sassuolo non scavalca la Roma per la conquista della Conference League. Anche con la Lazio c'è il suo sigillo come testimonianza di una stagione che ha le caratteristiche di un giocatore di talento. Ha lanciato un avviso piuttosto importante a Mancini: per gli Europei merito una maglia da titolare.


Romelu Lukaku: segna il gol più anti-estetico della sua carriera, di mento, nell'ultima giornata. Poi piange durante la cerimonia per lo scudetto, ricorda il nonno e una stagione che è stata la più appassionante potesse aspettarsi. Ha vinto il suo primo titolo dopo una lunga rincorsa, ha confermato la sua solidità in fase avanzata come uno dei migliori attaccanti al mondo ed oggi si affaccia agli Europei col proposito di alzare un'altra coppa.


La strana favola della Sampdoria: stravince anche l'ultima partita, a corredo di una annata fantastica. Non abbastanza per poter puntare alla zona Europa, ma abbastanza per tenere lontane le sirene della zona retrocessione. Il nono posto, dopo le fatiche dell'anno scorso, l'ha riportata laddove il presidente Ferrero sperava. Merito di un Ranieri che il suo lo sa fare meravigliosamente anche a 70 anni.

FLOP.

Elseid Hysaj: due errori difensivi che pesano per il Napoli. Prima la dimenticanza di Nandez in Napoli-Cagliari, quindi la dimenticanza di Faraoni in Napoli-Verona. Due amnesie difensive che costano quattro punti, la Champions League e tante lacrime. Con molta probabilità farà le valigie nelle prossime settimane, e non solo per questi errori.


Ivan Juric: è un periodo parecchio nervoso per lui. Prima i dissidi con la dirigenza del Verona, quindi la squadra che molla il colpo a salvezza acquisita, dunque il pari sul campo del Napoli che suscita più di qualche domanda legittima. Il tecnico non ci sta e conclude la sua stagione mandando al diavolo quelli di Sky. Non una grande uscita di scena.


La dirigenza Lazio: le parole di Simone Inzaghi sanno di rammarico. Da 16 mesi attende che gli venga proposto un rinnovo contrattuale, alla vicinanza della scadenza ancora non si sa nulla. E' rimasto in barba alle sue legittime aspirazioni, ha tirato fuori il meglio dalla sua squadra confermandola in Europa. Ma dalla dirigenza il silenzio più assoluto. Meriterebbe un po' più di rispetto.


L'attacco dell'Atalanta: così tanto esaltato per tutta la stagione, si è spento nei momenti più caldi. Poco concreto in Coppa Italia, poco incisivo nell'ultima col Milan. Il risultato è che questi due scivoloni macchiano in parte una stagione bellissima, condotta con sapienza da Gasperini. Un peccato.





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