Il 25 marzo 2021, alle ore 20 italiane, in NBA si è ufficialmente chiuso il mercato degli scambi. In quel continuo valzer di casacche e voli aerei, che riprenderà al prossimo Draft, da sempre l'ultimo giorno utile, detto anche "trade deadline", regala colpi di mercato clamorosi e dell'ultimo minuto, che in alcuni casi hanno cambiato inesorabilmente le sorti della lega.
Nei giorni che hanno preceduto la conclusione di questa sessione di mercato uno degli argomenti più caldi riguardava la stella degli Orlando Magic Aaron Gordon. L'ala 25enne aveva da tempo espresso la propria volontà di essere scambiato e la dirigenza della Florida si era immediatamente mossa per trovare nuova collocazione alla sua futura ex-stella, cercando di ottenere però in cambio degli asset interessanti, conscia del grande appeal del ragazzo. Su di lui si sono fatte avanti molte franchigie tra le quali Portland, Houston e Minnesota, ma alla fine a spuntarla sono stati i Denver Nuggets, che in cambio hanno fatto volare a Disney World Gary Harris, RJ Hampton ed una prima scelta. Non è finita qui però, perché i Magic allo scoccare del gong hanno piazzato altri colpi, che hanno rivoluzionato il roster e dato un'impronta ben precisa al futuro della franchigia.
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Nel corso della giornata del 25 marzo infatti hanno lasciato la Florida anche Nikola Vucevic, direzione Chicago nella quale andrà a formare un duo di altissimo livello con Zach Lavine, e Evan Fournier, direzione Boston. Il trentenne montenegrino, che sarà sicuramente ricordato come uno dei giocatori di maggior spessore mai passato da quelle parti e che ha ricevuto la convocazione all'All-Star Game quest'anno per la seconda volta in carriera, lascia Orlando dopo nove stagioni in un'annata nella quale stava viaggiando a 24 punti di media e stava esprimendo uno dei migliori basket della sua carriera. Orlando circa una mese fa aveva dichiarato di poter cedere il suo talento solo di fronte ad una super offerta e dai Bulls hanno ricevuto in cambio Wendell Carter Junior, Otto Porter e due prime scelte, forse non proprio la combinazione di giocatori che immaginavano i dirigenti Magic. Fournier invece, in Florida dal 2014 e che stava viaggiando a 19.8 punti di media, è stato scambiato per due seconde scelte.
Dando uno sguardo al rinnovato roster di Orlando, attualmente penultima ad Est, possiamo immediatamente cogliere quale sia l'obiettivo della franchigia: ricostruire. Se con i vari Gordon, Vucevic e Fournier i Magic sono comunque riusciti a racimolare un record fatto di sole 15 vittorie e 29 sconfitte, appena intravista la possibilità di poter cedere le proprie stelle non hanno esitato nemmeno un secondo ed hanno rischiato il tutto per tutto, portandosi a casa giocatori giovani in cerca di minuti e riscatto e scelte per i prossimi Draft, provando magari ad assicurarsi per i prossimi anni giocatori in continua crescita.
Una scelta sicuramente sensata, da ormai troppi anni Orlando infatti si trova in un limbo fatto di mediocrità e scarsi risultati che sta condizionando non solo il presente, ma anche il futuro della franchigia. Dal punto di vista dei risultati da qui fino alla fine della stagione i Magic andranno incontro a più di una sconfitta, con un roster di un livello non altissimo e che dovrà trovare dei nuovi equilibri. All'interno della squadra il core di giovani potrebbe benissimo esplodere nel giro di 2-3 anni e proiettare Orlando nella parte alta della classifica, allo stesso tempo però i giocatori scelti o già presenti non sono nuovi a continui infortuni. Per primo RJ Hampton, in prospettiva uno dei giocatori più interessanti dell'ultima lottery ma che ha dalla sua una situazione fisica altalenante. I Magic inoltre in questa stagione hanno dovuto fare a meno dei due giocatori considerati "intoccabili" dalla dirigenza, Markelle Fultz e Jonathan Isaac, sui quali si cercherà di costruire il futuro della franchigia. Il primo in questa annata ha giocato solo 8 partite causa rottura del crociato e dal punto di vista della tenuta fisica non dà certezze, stessa sorte è toccata ad Isaac, costretto ai box nel momento di massima maturazione e che in questa stagione non ha giocato nemmeno una partita. Wendell Carter Junior in maglia Bulls non ha ancora dimostrato nulla ed ha spesso deluso le aspettative.
Orlando ha dunque deciso di andare all-in, sperando in un futuro migliore e alla disperata ricerca di una propria dimensione ed identità. I prossimi 2-3 anni saranno sicuramente un importante banco di prova per le future ambizioni della squadra allenata da Steve Clifford, che al momento si trova ad essere il condottiero di una delle sfide più intriganti ed allo stesso tempo rischiose dell'intero panorama cestistico statunitense.
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