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"O Rey" e la sesta intelligenza

Immagine del redattore: Eugeni MarcoEugeni Marco

Aggiornamento: 18 mag 2021

Quando arriva il momento di parlare di personalità del mondo dello sport che nel loro campo hanno fatto qualcosa di straordinario, rimanere circoscritti nella loro descrizione o racconto con termini ed argomenti inerenti solamente alla loro specifica disciplina, risulta essere una pratica che nella maggior parte dei casi non è in grado di spiegare a pieno ciò che sono e ciò che sono stati in grado di fare.


Non a caso infatti nel corso della propria storia il calcio ha preso moltissime volte spunto da altri mondi, molto semplicemente anche solo nella scelta dei soprannomi; quando l'avvocato Agnelli rinomino Alessandro Del Piero "Pinturicchio", lo fece perché nessun termine appartenente al mondo calcistico sarebbe stato in grado di descrivere le pennellate che l'ex numero 10 bianconero era in grado di disegnare con il suo piede destro.


In questo sono molto bravi i sudamericani, in particolare gli argentini, da sempre attenti nel trovare i soprannomi più unici e fantasiosi per i propri idoli, capaci di rimandare la mente ad immagini ben lontane dal rettangolo verde. Gli esempi più famosi sono "la pulga" per Leo Messi, "el fideo" cioè lo spaghetto per Di Maria o il più ricercato "el choripàn" per Alejàndro Dominguez, un chiaro riferimento al chori, il classico panino con la salsiccia della tradizione della nazione che diede i natali ad Evita Peròn.


Altre volte però si deve arrivare all'uso di termini appartenenti addirittura al campo scientifico, così da spiegare in modo giusto e dettagliato ciò che alcuni calciatori riescono a fare palla al piede o solamente con i movimenti del proprio corpo. Le traiettorie disegnate dal grandissimo Juninho Pernambucano con i propri calci di punizione sono state più volte analizzate da equipe di fisici, rimasti spesso allibiti di fronte a ciò che riusciva a fare il brasiliano solamente toccando la palla.


Per arrivare invece a spiegare a pieno chi era e ciò che fosse in grado di fare il protagonista del nostro racconto, dovremo affidarci alla psicologia ed in particolare al dottore Howard Gardner. Principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple è riuscito a catalogare, dopo vari studi di matrice empirica e laboratoriale, ben 7 diversi tipi di intelligenza.


Fra queste ne troviamo una che fa perfettamente al caso nostro, la cosiddetta intelligenza "cinestesica", definita come la capacità che ci permette di gestire e sentire al meglio il nostro corpo. In questo un uomo è riuscito a svettare rispetto a tutti gli altri nel mondo del calcio, e non stiamo parlando di Lionel Messi o Diego Armando Maradona, due assoluti demiurghi del proprio corpo, ma di Edson Arante do Nascimiento, meglio noto come Pelè, un uomo che può essere descritto a pieno solo tramite riferimenti di questa portata, forse ancora non completamente in grado di rendere giustizia allo sportivo che, come le onorificenze fanno notare, è stato il più grande giocatore di calcio del XX secolo.

L'uomo per il quale in Brasile (come detto in un precedente articolo) sarebbero capaci di buttare giù il Cristo di Rio de Janeiro e sostituirlo con una sua statua, in carriera è riuscito a guidare il proprio corpo in modo sublime, a portarlo ad un livello così alto da risultare irraggiungibile. Questa spiegazione però, come molti invece pensano, non può far riferimento solamente alla sua abilità nel dribbling, che merita comunque una riflessione.


La sua capacità di saltare l'uomo sia in velocità che da fermo mise in risalto, oltre ad una tecnica ed una capacità di tenere la palla incollata al piede magistrali, anche l'incredibile rapidità con la quale il proprio cervello riusciva a trasmettere i giusti stimoli ai proprio arti inferiori. Fra ciò che pensava e ciò che riusciva successivamente a mettere in atto passava un lasso di tempo inferiore ad un battito di ciglia. A tutto questo va aggiunta l'incredibile fantasia grazie alla quale riusciva in ogni occasione a trovare un modo sempre nuovo per superare l'avversario. Ma più che della semplice creatività anche in questo caso va messo sotto i riflettori il modo incredibile con il quale il proprio corpo riuscisse a supportare ogni sua idea. Fra pensare ad una giocata ed eseguirla correttamente ci passa un oceano.


In uno sport fatto ancora di tocchi basilari e palla a terra, "O Rey "introdusse nel grande calcio giocate come il colpo di tacco o la rabona, e se ora questi colpi il più delle volte sono semplici colpi di stile, per lui erano solo il modo più efficace per realizzare ciò che aveva pensato.


In un calcio di allora che risultava essere molto più statico rispetto a quello che siamo oggigiorno abituati a vedere, ciò che era in grado di fare Pelè aprì ufficialmente le porte al calcio moderno insieme a Garrincha, suo storico compagno di squadra e probabilmente il miglior interprete di sempre del ruolo di ala.

Altro aspetto nel quale è interessante porre la nostra attenzione riguarda il modo in cui questa sua capacità di controllare il proprio corpo lo portasse a pensare e realizzare dei gol mai visti prima e probabilmente impossibili da replicare. Non stiamo parlando solamente di equilibrio o della capacità di non essere mai fuori o contro tempo, ma come già detto in precedenza il rapporto cosi stretto e profondo tra "O Rey" e quell'insieme di muscoli, nervi, ossa ed articolazioni.


Il modo più affascinante per cogliere insieme tale aspetto è quello di raccontare alcuni dei gol che hanno dato maggiormente prova di quanto detto fino ad ora, osservarli e carpire fino in fondo i più impercettibili dettagli, aspetti che hanno poi fatto la differenza ed aperto un varco tra di lui ed il resto del panorama calcistico.


La seguente TOP 10 dei gol impossibili siglato dall'icona brasiliana sono un'occasione perfetta per analizzare la complessità, la varietà ma soprattutto la capacitò di adattare il proprio corpo rispetto alla posizione della porta e della palla e il posizionamento degli avversari.

Per gli appassionati del giuoco del calcio questi gol sono l'essenza di tutto quello che un calciatore dovrebbe essere: un concentrato di potenza, tecnica ed eleganza, tutti in un solo corpo di 172 centimetri per 75 kilogrammi, un Colosso di Rodi nel corpo di una gazzella.


In una fantomatica classifica all-time "O Rey" si gioca la vetta insieme ad altri calciatori come Cruyjff, Maradona, Messi e Ronaldo, con la particolarità però che nessuno di loro potrà essere raccontato con lo stesso fascino del ragazzo ormai adulto di Tres Coracoes, così tanto appartenente ad un altro universo che il sottoscritto, come tanti altri, è dovuto ricorrere a tutto meno che ad aspetti appartenenti alla sfera calcistica per raccontarvelo.


"Lunga vita al re"

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