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Notti Stellate: Real Madrid - Atletico Madrid

Immagine del redattore: Tellurio MatteoTellurio Matteo

A Madrid, capitale di Spagna, l'abitante locale è innanzitutto un castigliano e poi, prima ancora di identificarsi in una confessione religiosa, un credo politico o etico-morale, il soggetto tende a riconoscersi nella cultura delle merengues o dei colchoneros. Merengues non serve che vi spieghi perché i tifosi del Real vengano soprannominati così, già colchoneros ha una sua storia particolare. Per l'abbinamento rosso-bianco della loro maglia, quelli dell'Atletico Madrid sono da sempre i colchoneros, ovvero i materassai, a causa del colore delle federe dei materassi molto simile a quelli della squadra. Un derby così, sentito sin da inizio novecento, non è mai una partita come le altre, figuratevi poi se Real Madrid - Atletico Madrid il 24 maggio 2014 è la finale di Champions.



La cornice è delle più belle. Si gioca allo stadio Da Luz di Lisbona, dove un tramonto spettacolare preannuncia una finale al cardiopalma nella Catedral. Il Cholo Simeone, forte di anni di vittorie in Europa League, riesce a portare i suoi fino alla finale di Champions. Dopo anni di proclami finalmente il cholismo ha la sua chance di ergersi sul tetto d'Europa. A sfidarli però ci sono i rivali di sempre, il solito Real Madrid schiaccia sassi, ricco di talento e che quando risuona l'inno della Coppa dalle Grandi Orecchie è imbattibile. Sulla panchina delle merengues c'è Carlo Ancelotti, alla ricerca della tanto agognata decima per il club madrileno.



Il Real spinge subito forte, mettendo alle strette l'Atletico, orfano del suo attaccante Diego Costa, sostituito subito per infortunio. Ma a spuntarla su corner sono proprio i colchoneros quando, su cross di Gabi, Diego Godin la insacca alle spalle di Iker Casillas, colpevole di un'uscita a vuoto. Da li in poi è una partita a senso unico, l'Atletico mette in scena il più classico dei catenacci per difendersi dall'inesorabile arrembaggio delle merengues. Gli attacchi del Real vengono tutti neutralizzati fino a quando al 93' Luka Modric si appresta a battere un corner. A prendere il colpo di testa nell'area avversario c'è l'uomo del destino, Sergio Ramos svetta e sigla il pareggio allo scadere. 



Il contraccolpo psicologico è tremendo quanto inevitabile. Ai supplementari infatti la gara cambia dal 110', quando dopo una fantastica azione di Di Maria, Bale la mette dopo la respinta di Courtois. Da qui in poi il tracollo continua inesorabile, al 118' segna Marcelo mentre chiude i conti Cristiano Ronaldo al 120' su rigore. Il Real ribalta e spazza via l'Atletico portandosi a casa la leggendaria decima.



Certo, se nella vita i vostri rivali sportivi sono i tifosi del Real Madrid, a meno che non siate catalani, le cose non sono sempre rose e fiori. Perdere una finale che sembrava già vinta allo scadere, crollare rovinosamente nel supplementare e vedere gli avversari vincere la decima davanti a voi è qualcosa che va ben oltre la beffa sportiva se siete dei colchoneros. Dall'altra parte di Madrid invece sembra una notte uscita da una fiaba della Disney, sul più bello il principe azzurro (Sergio Ramos) ha salvato la situazione, i cattivi sono stati sconfitti e vissero tutti felici e contenti

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