top of page

Notti Stellate: Manchester United - Bayern Monaco

Immagine del redattore: Tellurio MatteoTellurio Matteo

"Miracles happen to those who believe in them" è una citazione famosissima, spesso abusata, che non tutti sanno sia opera di tale Bernard Berenson, storico d'arte statunitense. Bene, dire che il 26 maggio del 1999 Sir Alex e il suo popolo ci abbia creduto è un mero eufemismo. Si sta giocando l'ultima finale di Champions del XX° secolo e ad opporsi ai Red Devils ci sono i tedeschi del Bayern Monaco. Quella sera però non si giocò una semplice partita, più precisamente potremmo parlare di un'opera drammatica non adatta ai deboli di cuore.

Il Manchester United veniva dalla difficile semifinale contro la Juventus mentre il Bayern aveva dovuto eliminare una sfavillante Dinamo Kiev guidata da un ragazzo di nome Andriy di cui parleremo un'altra volta. La cornice è quella delle grandi occasioni, un tempio pagano come pochi altri al mondo, il Camp Nou di Barcellona. Anche il fischietto non è da meno visto che la direzione della gara è affidata a Pierluigi Collina. Entrambe le squadre hanno portato a casa sia la coppa nazionale che il campionato e vanno a caccia dello storico treble.

La partita inizia con un Bayern subito intraprendente, al 6' Basler su punizione beffa Schmeichel e porta in vantaggio i bavaresi. La risposta dello United non si fa attendere, davanti però l'attacco degli inglesi è tutt'altro che preciso e la rocciosa difesa guidata da Lothar Matthäus resiste. Nella ripresa lo United gioca alto nel tentativo di recuperare ma in realtà le occasioni più ghiotte ce l'hanno ancora i tedeschi. Prima Effenberg costringe il portiere danese ad un miracolo, successivamente Scholl piazza un pallonetto delicatissimo che si infrange sul palo ed infine Jancker si vede negare un gol mozzafiato in rovesciata dalla traversa. Ferguson capisce che non c'è tempo da perdere e mette dentro altri due attaccanti, Teddy SheringhamOle Gunnar Solskjær, una scelta determinante. 

Collina assegna 3 minuti di recupero, sancendo allo stesso tempo la fine della realtà e l'inizio del mito. Scocca il 91', Beckham mette in mezzo per uno Schmeichel salito anche lui per disperazione, la palla carambola fuori verso Giggs che tira colpendo male la palla. Il destino vuole che sulla traiettoria ci sia il subentrato Sheringham che la butta dentro sancendo il pareggioMatthäus dalla panchina guarda fisso la sua porta senza riuscire a realizzare l'accaduto. Non è finita. Al 93' c'è un altro corner per i Red Devils. Batte ancora David, in mezzo la colpisce ancora una volta Sheringham ma la palla si avvia verso il fondo quando l'altro subentrato Solskjær si avventa sul pallone spingendolo in rete come solo Pippo Inzaghi sapeva fare. In due minuti il Manchester United riscrive la storia di questa finale, scaraventa i tedeschi nell'oblio della sconfitta più dolorosa della loro storia e riporta la Coppa dalle grandi orecchie a casa dopo 31 anni.

"Spuntai sul campo e rimasi confuso. Pensai: "Non è possibile, chi ha vinto sta piangendo e chi ha perso sta ballando".Lennart Johansson, presidente della UEFA all'epoca, si era avviato 5 minuti prima del fischio finale per scendere sul terreno di gioco per la premiazione e, in quell'intervallo di tempo, il risultato era cambiato. Questo per farci capire quanto piccolo è stato quel lasso di tempo che ha permesso ai giocatori dello United di passare da sconfitti ad eroi e che ha relegato i tedeschi ad una sconfitta senza precedenti.

Comments


bottom of page