top of page

Notti Stellate: Barcellona-Arsenal

Immagine del redattore: Tellurio MatteoTellurio Matteo

Il primo dicembre del 1886 nel piccolo sobborgo di Highbury nasceva l'Arsenal F.C., lo storico club del nord di Londra protagonista del racconto di oggi. Nel 2006 la finale della competizione più importante del mondo è del tutto inedita, a scontrarsi per la coppa infatti ci sono il Barcellona di Frank Rijkaard da una parte e l'Arsenal del maestro Arsene Wenger dall'altra.


I gunners arrivano alla loro prima finale con solamente due reti subite e un'imbattibilità impressionante di ben 995 minuti. Davanti all'apparentemente invincibile squadra inglese però si staglia il talento del Barcellona, alla ricerca di un trofeo che manca dalla finale del 1992. Le premesse per una partita incredibile ci sono e l'atmosfera che si respira la sera del 17 maggio è quella delle grandi occasioni.

Partenza che sorride alla squadra catalana che, dopo solo 18 minuti, si ritrova già in superiorità numerica. Una scheggia di nome Samuel Eto'o si invola verso la porta quando un disperato Jans Lehmann è costretto a stenderlo e a prendere un rosso inevitabile. Ora il Barcellona tiene saldamente in mano le redini del gioco ma, da un'imprevedibile calcio piazzato di Henry arriva un'incornata poderosa di Sol Campbell che porta avanti i gunners.


Il secondo tempo è caratterizzato da un nubifragio che decide di colpire la capitale francese e compromettere definitivamente la spettacolarità della partita. Il Barcellona è costretto ad alzare il baricentro alla ricerca del pareggio, favorendo i pericolosi contropiedi della squadra di Wenger, più volte pericolosa davanti alla porta di Victor Valdes.

Il vero game changer della partita però entra al 61' minuto. Frank Rijkaard toglie un centrocampista difensivo come Mark van Bommel per cercare di rompere l'equilibrio grazie alla velocità e l'imprevedibilità di Henrik Larsson. Una mossa geniale contro un Arsenal stoico ma decisamente stanco, in affanno dopo quasi un'ora in inferiorità numerica e sempre messo sottopressione dall'attacco blaugrana. Lo svedese appena entrato, in quindici minuti serve due assist al bacio per Eto'o e per un altro subentrato, Juliano Belletti, sentenziando la sconfitta dei gunners e portando in catalogna la seconda Champions League della storia del Barcellona.

Un'occasione mancata che ha segnato e segnerà per sempre la storia dell'Arsenal, una squadra incredibile che, nonostante l'uomo in meno, ha lottato fino che ha potuto rischiando di vincerla per gran parte del match. Nonostante la mia giovane età in quel ormai lontano 2006, il ricordo di questa finale è ancora freschissimo. Probabilmente in molti in quei anni furono catturati dalle magie di Ronaldinho e inevitabilmente, in quella finale parigina, quasi tutti finirono per tifare il gaucho e per la sua squadra.


Io invece rimasi stregato dagli sconfitti, una squadra di lottatori ma anche ricca di talenti incredibili come Robert Pires e Thierry Henry che non mollarono mai fino alla fine, nonostante la dea bendata quella sera li avesse chiaramente abbandonati. Quella sera la squadra del nord di Londra entrò prepotentemente nel mio cuore di piccolo appassionato di calcio, rendendomi per sempre uno dei gunners quando si parla di calcio inglese.

Una storia non a lieto fine quella dell'Arsenal in quella piovosa notte di maggio ma comunque una notte storica, che consacrò un Barcellona stellare rovinando invece la romantica favola dei gunners di Arsene Wenger.


Comments


bottom of page