Alla vigilia di Euro2020 è stato tanto facile ribattezzare il girone F come quello più duro, più incerto, per certi versi più affascinante. Avere nello stesso raggruppamento la Francia campione del mondo in carica, il Portogallo campione d'Europa in carica e la Germania che è pur sempre una delle squadre più titolate della storia dava proprio la sensazione che potessero partire scintille. Ma le avvisaglie sono arrivate quasi subito, sin dalla prima partita.
Perché per quanto presumibilmente forti, alla prima partita francesi e tedeschi non avevano convinto e il Portogallo era passato per il rotto della cuffia ai danni dell'Ungheria. Una Ungheria che ha messo a nudo tutti i limiti delle tre squadre, date già per favorite grazie alla qualità di alcuni giocatori in rosa e alla loro storia calcistica. Si è rivelato un errore che hanno pagato tutte, certificando come di ferro - in questo girone - non ci fosse proprio nulla.
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Francia.
Sì, aveva sconfitto la Germania alla prima uscita, ma non aveva fatto faville. Sparito il dominio del campo a favore di una più accorta disposizione tattica per sorprendere la Germania con le ripartenze di Mbappé. Però se vinci, va bene così. Anche se non convinci, va bene così. E nel momento in cui si è acceso Benzema, pareva che bastasse. Lo deve aver pensato anche Deschamps che con quei tre davanti non c'erano problemi.
La Francia storicamente paga due cose: uno spogliatoio che può saltare da un momento all'altro e i cambiamenti tattici. Nel primo caso tante primedonne possono far sorgere dei problemi. Che ci sono stati sin dalla vigilia, con giocatori che poco si amano da tempo (Benzema-Giroud è un esempio) e altri che pensano di esser superiori al concetto di squadra. Dunque è importante che il commissario tecnico intervenga per unire e pacificare. Ma nel momento in cui Deschamps ha deciso di fare alcuni cambi, si sono viste tutte le lacune dei galletti.
La difesa non ha girato, confermando le stagioni deludenti di Varane e Lenglet, a cui si è aggiunto l'Europeo terribile di Pavard. A centrocampo non esistono ancora delle personalità mature per sostituire Pogba e Kanté, Rabiot si adatta a fare qualsiasi cosa ma ha confermato di non credere abbastanza nelle proprie capacità. Davanti Griezmann è il filo che conduce gli altri due: quando Deschamps lo ha tolto contro la Svizzera, convinto di aver portato a casa la partita, si è sfilacciato tutto e i suoi non sono più stati in grado di offendere la porta avversaria.
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Portogallo.
I lusitani avevano tanto da guadagnarci da questo girone. Non erano partiti benissimo: il 3-0 sull'Ungheria era più figlio di un crollo improvviso degli avversari che di una reale bravura di Ronaldo e compagni. Ma già lì si erano notato che questa squadra potesse essere Ronaldo-dipendente, non a caso quello che ha segnato di più ed ha tenuto a galla i suoi in tutte le sfide.
Ma c'erano delle inconsistenze che si sono rivelate in tutta la loro bruttezza. Una difesa inadeguata, certamente. Un centrocampo troppo picchiatore e poco palleggiatore, ovvio. E un attacco che senza prima punta viveva di tanta fantasia, troppa fantasia. E così i Diogo Jota, i Joao Felix, i Bruno Fernandes arrivavano al limite dell'area per darla a... nessuno. Anche perché magari Ronaldo si era defilato e come prima punta c'era il vuoto più assoluto. In questo modo il Portogallo è stato travolto dalla Germania, ha recuperato con la Francia e contro una squadra più quadrata come il Belgio non ha trovato gli sbocchi necessari per passare il turno.
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Germania.
Con la Francia non aveva giocato male. Ma già allora un errore di Thomas Mueller sotto porta aveva fatto pagare dazio. Lo stesso errore che il centrocampista del Bayern ha ripetuto poi contro l'Inghilterra, ancora una volta sul risultato di 0-1 e ancora una volta su una delle poche ripartenze tedesche. Ma poi il nulla, per lo stesso motivo che ha affossato il Portogallo: la mancanza di una prima punta di peso.
La difficoltà di avere un finalizzatore si è notata soprattutto contro due squadre più adeguate tatticamente come Francia e Inghilterra, inclini a far sfogare i tedeschi e a colpire nelle poche occasioni avute. I ragazzi di Loew invece hanno girato girato girato, hanno palleggiato, hanno provato a dare intensità e forza alla propria manovra, come insegna il loro calcio. Ma mancando il totem là davanti è diventato tutto molto più complicato nelle sfide chiave, quelle dal maggior fascino e dalla maggiore valenza per dimostrare al mondo di essere ancora i più forti. E con queste premesse, cosa vuoi fare?
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