Il 9 novembre del 1989 inizia la formale fine di quello che uno degli storici più brillanti del '900 definiva come il "secolo breve". La caduta del Muro di Berlino non raffigurava solamente la fine dello scontro tra est ed ovest ma, come si vede nelle toccanti immagini che riprendono l'abbattimento del muro, da anche il via alla riunificazione della Germania. Dalla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale i tedeschi erano stati divisi e la creazione della "Cortina di Ferro" aveva finito per segnare un solco invalicabile tra i due parti della stessa nazione.
Le lancette della storia erano state riportate indietro di quasi cento anni per il popolo tedesco, di nuovo diviso e in "guerra" con se stesso. Berlino rimane l'esempio più eclatante della divisione durante la seconda metà del novecento, ma anche il resto della Germania finì per ritrovarsi a destra o a sinistra della cortina, condizionandone l'esistenza per oltre mezzo secolo.
Se i due blocchi non riscaldarono mai più di tanto quella che passò alla storia come la Guerra Fredda, uno scontro tra est ed ovest in realtà venne combattuto nel più improbabile dei campi di battaglia.
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Un sorteggio paradossalmente è abbastanza facile da truccare, si scalda una pallina più delle altre e chi mescola sa benissimo cosa deve tirar su. Nei sorteggi di quel mondiale deve essere successo qualcosa di strano, qualcosa che è sfuggito anche alla Stasi. Infatti al Mondiale di Germania del 1974, nello stesso girone insieme al Cile e all'Australia ci sono la Germania Ovest padrone di casa e, incredibilmente, la Germania Est.
La data da ricordare è quella del 22 giugno del 1974, al Volksparkstadion di Amburgo si gioca la partita tra le due Germanie. La Germania Ovest è nettamente favorita ma la DDR viene da due buone partite e ha una squadra solida, lo strano clima infine non sembra aiutare i padroni di casa. Si gioca infatti in un'ambiente surreale, fatto di elicotteri che danzano sullo spazio aereo sopra il campo di gioco e di un calcio equilibrato che non vuole far pendere la partita ne da una parte ne dell'altra.
Come detto non sembra esserci spazio per risultati che non siano lo 0-0 ma, al 77' Jürgen Sparwasser detto "Spari" la mette dentro. 1-0 per la Germania Est. La Germania Ovest rimane scossa dalla partita, l'allenatore Helmut Schön non dirà una parola in conferenza stampa dove a prendere in mano la squadra sarà il capitano Franz Beckenbauer.
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La storia non è fatta di se e di ma e non sapremo mai come sarebbe andato a finire quel mondiale se la Germania Ovest non avesse perso quella partita. Siamo sicuri però che quella batosta psicologica è stata fondamentale per risvegliare la nazionale tedesca e ad erigere il Kaiser a ruolo di leader incontrastato di quella squadra, due aspetti chiave per la conquista della finale contro l'Arancia Meccanica di Johan Cruijff.
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Ritornando alla partita però, quell'evento segnò profondamente la Germania Est e finì per influenzare anche la cultura popolare. In una biografia si racconta che, al gol della DDR, in un salottino di Cottbus una signorina con la maglia dell'Energie del quale è grande tifosa, esulta calorosamente alla rete di Spari per poi fermarsi e pensare "ed ora a Spari cosa succederà?". Una visione della realtà incredibilmente avanzata degna di una delle figure più influenti del nostro tempo, Angela Merkel.
Sempre in DDR la leggenda narra che se due conoscenti si incontravano dopo tanto tempo non era così improbabile che uno dei due chiedesse all'altro: "Tu dov'eri quando segnò Sparwasser?", tanto era stato il peso di quella vittoria sulla vita dei tedeschi dell'est.
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Ed il protagonista di questa battaglia che fine ha fatto? Spari, l'eroe della DDR, finì per saltare dall'altra parte del Muro un anno prima della sua caduta. Una figura del suo calibro non poteva passare inosservata e, quando la notizia si diffuse in tutta la Germania Est, l ministero dell'interno si racconta che calò un silenzio assordante finché uno de funzionari non si alzò in piedi e pronunciò la famosa frase:
"No, Spari no. Tutti ma non Spari."
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