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L'insostenibile leggerezza del Milan

Immagine del redattore: Simone SpadaSimone Spada

Un crollo verticale, pericoloso. Era atteso e sperato da tanti, ma nessuno si sarebbe immaginato sarebbe stato così repentino. La crisi del Milan però è figlia di una stagione vissuta molto al di sopra delle aspettative, trascinata da un leader - Zlatan Ibrahimovic - che finché ha avuto voglia ha saputo tenere i compagni sulla corda ed elevarne le qualità.


Il problema principale è che qui si legge una storia che si ripete. Ovvero l'insostenibile leggerezza di Stefano Pioli come allenatore. Esattamente come accaduto con la Lazio, la Fiorentina e l'Inter, il tecnico emiliano fatica a tenere le redini tattico-fisiche delle sue squadre nella seconda parte di stagione. Non riesce a mantenere una coerenza narrativa, a tal punto da portare le proprie formazioni all'obiettivo massimo possano sognare.

Il Milan di quest'anno aveva ed ha una rosa buona per il sesto/settimo posto, ma ha vissuto un inizio da Re. Vuoi per le prestazioni di Ibrahimovic, vuoi per l'assenza di pressione di San Siro, vuoi per il Covid che ha falcidiato soprattutto le avversarie, i rossoneri si sono trovati meritamente (ma anche incredibilmente) al primo posto. Si era creata una bolla che, prima o poi, sarebbe esplosa.


Ed è esplosa, lasciando pezzi un po' ovunque.


La situazione attuale parla chiaro: Donnarumma ha la testa altrove; Kjaer non è mai stato e non sarà mai un leader difensivo e Romagnoli ha fallito ancora una volta il salto di qualità; Kessie è un buon giocatore ma non un fenomeno; Calhanoglu ha beneficiato di un periodo fortunato per poi tornare ad essere un normalissimo trequartista; oltre ad Ibrahimovic non esistono altri attaccanti in grado di essere decisivi allo stesso modo.


Si pensi poi a Calabria: vicino all'addio in prestito a settembre perché reputato "scarso", approfitta del buon momento del Milan per prendersi qualche merito e diventare di colpo "il miglior terzino destro d'Italia". Se non è stata una esagerazione questa, poco ci mancava. (Per la cronaca: Calabria non era scarso prima e non è bravissimo adesso. Spesso il contesto e il momento storico aiutano i giocatori a prendersi soddisfazioni difficili da immaginare).

E Ibrahimovic si è rivelato l'arma a doppio taglio della squadra. Le polemiche suscitate dal confronto con Lukaku e Zapata, il salto a Sanremo, gli infortuni più o meno veri, i comportamenti fuori dal campo, le continue espulsioni sono stati i fattori che hanno abbassato sia la cifra qualitativa dello svedese che quella di tutta la squadra. E' come se avesse fatto da scudo per 4/5 mesi, per poi levarsi e far scoprire a tutti che il Milan non poteva battagliare con le concorrenti alla Champions League.


I rossoneri sono scarsi, allora? Assolutamente no.


Ma le loro capacità sono state gonfiate enormemente in una bolla speculativa che gli ha fatto davvero male. Anche perché molti di loro sono ragazzi alla prima esperienza in una grande squadra, altri non hanno la costanza per incidere a questi livelli, altri ancora si sono rivelati un grosso bluff. Quello che deve fare ora Pioli è cercare di limitare i danni e difendere almeno il quinto posto dal rientro della Lazio. Perché la sensazione è che quelle tre davanti (Atalanta, Juventus, Napoli) abbiano maggiore vento a favore per vincere lo sprint.

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