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Kyōgi Karuta, lo sport che non ti aspetti

Immagine del redattore: Tellurio MatteoTellurio Matteo

Aggiornamento: 8 ott 2020

Avete mai sentito parlare di Karuta?  Probabilmente la risposta è un secco no a meno che non soddisfiate uno dei seguenti requisiti: 

  1. Essere giapponesi (e la vedo poco probabile)

  2. Essere appassionati di Giappone e cultura giapponese (qui già più probabile)

  3. Aver visto Chihayafuru (proprio impossibile)

Visto che non rientrate in nessuna delle precedenti categorie, oggi vi introdurrò ad uno degli sport più impensabili del mondo. 



Che cos'è il Karuta?

Il Karuta (più propriamente il Kyōgi karuta, 競技かるた) è un gioco di carte che utilizza il mazzo Uta-Karuta (letteralmente il "Karuta poetico"), nel quale ci sono due mazzi da 100 carte ciascuno, lo Yomifuda, carte del lettore raffiguranti una persona e un intera poesia, ed il Torifuda, le carte da prendere raffiguranti le ultime parti delle poesie. I giocatori scelgono 25 carte a testa tra le 50 Torifuda a loro casualmente date, le carte vengono posizionate scoperte in 3 file davanti al giocatore. Prima di iniziare ai giocatori vengono dati 15 minuti per memorizzare il posizionamento delle carte e 3 minuti di riscaldamento. 



La partita inizia con il lettore che recita il poema introduttivo non contenuto nelle carte, in questa fase i giocatori familiarizzano con la pronuncia e con il tono del lettore, cosa tutt'altro che marginale. Da qui in poi il lettore legge una delle 100 Yomifuda, 50 in gioco e 50 "dead cards". Quando il giocatore capisce quale carta è stata letta deve colpirla più velocemente del suo avversario, chi la prende per primo la rimuove dal gioco. Se un giocatore prende una carta dal terreno avversario può anche passare una delle sue carte a lui. Il gioco si conclude quando uno dei due giocatore termina le carte nel suo terreno di gioco, il vincente è colui che è rimasto senza. 



Ogura Hyakunin Isshu e la cultura nel Karuta

L'Ogura Hyakunin Isshu è un'antologia di 100 waka (particolare schema compositivo) composti da 100 poeti, raccolta Fujiwara no Teika. L'opera è composta di poesie stupende (la cui traduzione miracolosamente non fa venir meno il significato originale) diventate delle colonne portanti della letteratura del Sol Levante. La nascita del Karuta però risale al XIX° secolo, la prima associazione, la Tokyo Karuta Association e le prime regole generali sono di inizio novecento



Oggi il Karuta è diffuso in tutto il Giappone, per quanto possa non sembrare molto competitivo è considerato dai suoi professionisti un vero e proprio sport e sono presenti numerosi tornei. I giocatori si dividono in 5 classi, A,B,C,D,E (dalla più alta alla più bassa) e per passare da un livello all'altro è necessario raggiungere determinati risultati. Esiste anche una versione del Karuta a squadre dove i partecipanti giocano contemporaneamente, la squadra che vince più scontri porta a casa la partita. Il torneo più prestigioso si gioca ogni anno a gennaio nella meravigliosa cornice dell'Omi Jingu, un tempio shintoista nella città di Otsu. Qui ogni anno viene incoronato un maestro, Meijin, e la regina, Queen, del Karuta, rispettivamente il più forte e la più forte del Giappone (e del mondo ovviamente).



Affascinante mix di Riflessi e Udito

La cosa che più mi ha colpito del Karuta è la capacità dei giocatori di riuscire a memorizzare la posizione delle carte, successivamente sono in grado di collegare la poesia letta alla carta corrispondente prendendola in tempi davvero impressionanti. A livello amatoriale e puramente intrattenitivo è un gioco molto leggero e votato alla lettura delle poesie, ma giocato a livello professionistico richiede abilità, sia mentali che fisiche, non indifferenti. Per farvi capire la complessità delle carte lette, esistono solo 7 poesie con una prima sillaba unica, 42 hanno in comune le prime due, 37 le prime 3, 6 le prime 4, 2 le prime 5 e infine 6 hanno le prime 6 sillabe in comune. Se nel match sentite la sillaba "chi" (letta come la nostra "ci"), potrebbe corrispondere a chihayafuru, chigiriki na... oppure chigiri-okishi, non proprio immediato.



La sua unicità, l'unione tra poesia e sport, le ambientazioni tipicamente giapponesi, sono tutti elementi affascinanti che mi hanno stregato e mi hanno spinto a raccontarvi di questo stravagante improbabile sport. Il Karuta è stato anche magnificamente raccontato nei disegni di Yuki Suetsugu e animato magistralmente da studio Madhouse in Chihayafuru, la storia di un gruppo di liceali alla conquista del titolo di Meijin/Queen



Qui sotto vi lascio due video che vi invito caldamente a vedere (uno dei due ovviamente solo in parte e lo riconoscerete dalla durata), nel primo c'è la partita per il titolo di Meijin di quest'anno, nel secondo una (sicuramente più vivace) partita di un torneo in Chihayafuru. Certo, nell'anime ha tutto un altro slancio, ma è innegabile (almeno per me) che anche il vero Karuta abbia il suo perché.




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