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Il trash talking applicato al calcio

Immagine del redattore: Simone SpadaSimone Spada

Il trash talking consiste in una forma di vanto o insulto utilizzata ripetutamente - in maniera più o meno diretta, più o meno cinica, più o meno sarcastica - da uno sportivo nei confronti di un avversario. Lo scopo è quello di intimidire o innervosire l'altro: in entrambi i casi risulta una occasione per avere la meglio in una gara o un combattimento prima psicologicamente e poi fisicamente.


Negli ultimi anni è stata una pratica comune nelle MMA e nel pugilato, con Conor McGregor e Floyd Maywheather assoluti dominatori delle conferenze pre-match. Però è una pratica che viene da lontano, tanto che già Muhammad Alì ne faceva uso, così da intimidire, infastidire o irritare l'avversario. Tra gli anni '80 e gli anni '90 sono stati poi i campioni della Nba a cogliere la palla al balzo, creando una guerra psicologica continua a tal punto da sfociare in vere e proprie risse sul parquet.

A Milano la rissa non c'è stata, ma ci siamo andati vicini. Tra Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku sono volate scintille, testate, parole grosse. I due non si sono mai piaciuti sin dai tempi della comune appartenenza al Manchester United. E martedì sera a San Siro erano su di giri: lo svedese per aver segnato il vantaggio rossonero, il belga per la marcatura stretta di Romagnoli. E' da un fallo del capitano del Milan che scatta la miccia, con il bomber neroazzurro molto nervoso e pronto a farsi giustizia.


Ibrahimovic da qualche settimana si è lanciato nel trash talking. A Cagliari è servito per intimorire quanto era necessario Diego Godin, che eppure di sfide del genere ne ha vissute tante. Con l'Atalanta ha puntato sui numeri per minimizzare la statura di Duvan Zapata. E con l'Inter... l'occasione era troppo ghiotta per non pizzicare il già nervoso Lukaku. Così, tra insulti e riferimenti a vecchie dicerie, i due sono arrivati testa a testa.

Probabilmente per entrambi ci sarà la stangata del giudice sportivo. La scena è stata abbastanza vergognosa da meritare una punizione adeguata. Ma la domanda è: davvero il calcio italiano ha necessità del trash talking? Funziona? Quali vantaggi porta? La risposta è abbastanza basilare: no, non funziona e non serve a nulla. Non in questo contesto, non a queste latitudini.


Funziona sicuramente in America, dove l'ambizione e lo spettacolo sono fattori essenziali dello sport. Tutto si basa sul vendere un biglietto, sul far alzare l'asticella della tensione. Tuttto però si conclude lì, dentro un ring o un parquet di basket. Nel calcio, la situazione è diversa: non porta spettacolo alcuno, anzi è andato a macchiare una delle partite più attese della stagione. Non garantisce neppure un vantaggio a chi inizia: alla fine Ibrahimovic è stato espulso e il Milan è stato eliminato dalla Coppa Italia. Mica bene questo trash talking.

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