Johan Cruyff ha fatto la rivoluzione due volte, con i piedi e con la testa." F. Buffa
Che popolo gli olandesi, se non esistessero sarebbe da inventarli. C'è qualcosa in loro che semplicemente non è possibile trovare da nessun'altra parte. Una diversa facilità di pensiero e velocità di ragionamento che ti porta a strappare la terra al mare per sopravvivere e a "fare un 68" con 3-4 anni d'anticipo rispetto al resto del mondo. Probabilmente è proprio grazie a questo mix che si respira solo nei Paesi Bassi che Johan Cruyff è stato quello che è stato, un uomo come pochi, un calciatore come nessun altro prima e dopo di lui ma soprattutto un rivoluzionario, dentro e fuori dal campo.
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Il calcio moderno nasce nell'Olanda degli anni '60, il Barcellona di Guardiola, giocatori come Leo Messi o Eric Cantona, l'Ajax dei giovani che giocano in maniera corale e ben strutturata, sono tutti eredi di Cruyff e compagni, coloro che ribaltarono il concetto conosciuto fino a quel momento di "giocare a pallone", proiettandolo in avanti di 30 anni.
Prima di lui un solo giocatore si è avvicinato a quell'idea di calcio totale che Cruyff e le sue squadre avrebbero espresso due decenni dopo, e il caso vuole che la più grande ispirazione del nostro protagonista sia stata proprio la bandiera del club da lui più odiato, Alfredo Di Stefano, leggenda del Real Madrid. Il giovane Johan rimase affascinato dalla capacità di fare tutto in mezzo al campo della Saeta Rubia e su quell'idea di gioco impostò la sua carriera sia da giocatore che poi da allenatore, rivoluzionando completamente lo statico ideale di ruolo.
A 5 anni dalla sua scomparsa parlare dei suoi risultati sportivi ha senso fino ad un certo punto, è stato un dominatore con l'Ajax e con il Barcellona e il destino gli ha voluto negare un mondiale che sembrava già suo (perché non ci stancheremo mai di ricordarlo ma il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine vincono i tedeschi, Gary Lineker, ndr). Ma al di là dei trofei è proprio quell'etichetta di rivoluzionario che vogliamo ricordare ed elogiare ancora una volta, perfettamente raccontata nella prefazione alla sua autobiografia da Federico Buffa e Carlo Pizzigoni.
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Cruyff in campo riuscì ad esprimere un'eleganza e una semplicità nel gioco che probabilmente non rivedremo mai più. Tanti concetti espressi nelle sue giocate e nel suo modo di occupare il campo vennero riproposti sotto forma di insegnamenti quando decise di sedersi in panchina, riscrivendo una seconda volta la storia del calcio anche da allenatore, sulle orme del maestro, il suo maestro, Rinus Michels.
E da qui parte il lungo filone che dal Barcellona degli anni '90 arriva fino ai giorni nostri, quel campo spesso incompreso ed inesplorato nel quale si confonde il bel gioco con estetismi fini a se stessi, lontani anni luce dall'idea di Johan Cruyff e da quel calcio totale olandese che tanto ha significato per questo gioco. Una rivoluzione che ha trasformato un calcio statico in un entusiasmante manifesto di intelligenza e velocità di pensiero, la cui rappresentazione tangibile più evidente è il gol olandese nella finale dei Mondiali del 1974.
Giustamente Cruyff è stato ricordato come il miglior calciatore europeo del XX° secolo (il secolo breve si, ma anche il secolo del calcio, ndr) ma se la sfida tra il migliore di sempre finisce sempre in Maradona vs Pelé, soprattutto a 5 anni dal giorno della sua scomparsa vogliamo lasciarvi una piccola provocazione e schierarci con una fazione che in questa competizione vive perennemente in minoranza. Johan Cruyff, per quello che è stato in campo ma anche per ciò che ha creato fuori, per l'uomo e per quello che rappresenta, per il suo lascito al mondo del pallone, può essere ritenuto il miglior giocatore di sempre, e non crediamo di poter cambiare idea facilmente.
Non siete d'accordo? Lecito, quest'oggi però vi lasciamo con una giocata, ideologicamente lontana da doppi passi, biciclette e brasilianismi vari. Un movimento semplice quanto efficace che ancora oggi terrorizza chi lo ha subito e che riassume perfettamente ogni concetto pensato da Cruyff meglio di qualsiasi parola, la Cruyff Draaj.
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