Ci siamo, per la 120esima volta nella storia inizia un nuovo campionato di Serie A, la massima lega calcistica italiana. In tutti questi anni le nostre menti e quelle di chi ci ha preceduto hanno raccolto un numero infinito di momenti degni di nota e che resteranno per sempre con noi. Uno su tutti il ricordo di grandi squadre che hanno scritto la storia non solo del calcio tricolore ma anche di quello mondiale. Dal "Grande Torino" al Milan degli olandesi fino ad arrivare ai giorni nostri, con la Juventus che in questa stagione inseguirà un traguardo di una portata incredibile, il decimo scudetto consecutivo.
Le squadre fino ad ora citate sono però già conosciute ai più e non necessitano di ulteriori spiegazioni o racconti, perché nel grande calderone della cultura calcistica nostrana ci sono state delle squadre meno blasonate ma capaci di risultati e prestazioni altisonanti, che a molti anni di distanza scaldano ancora i cuori dei più romantici.
Uno di questi racconti vede come protagonista l'U.C. Palermo, che nella stagione 2004/2005 riuscì a diventare la squadra del popolo, ad erigersi a baluardo di quel calcio di provincia molto spesso disdegnato e a far nascere delle vere e proprie stelle del futuro panorama calcistico.
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In quell'annata la squadra siciliana si presenta in Serie A da neopromossa dopo ben 31 anni dall'ultima volta, dopo aver lottato per il primo posto in classifica fino all'ultima giornata contro il Cagliari. Guidati in difesa da Fabio Grosso, a centrocampo da Eugenio Corini e in attacco da Luca Toni (autore in quella stagione di ben 30 gol nel campionato cadetto), dopo anni molto bui e il fallimento del 1986, la squadra allenata da Francesco Guidolin era pronta a giocarsi le proprie carte fra le grandi d'Italia.
Per la nuova avventura vennero presi giocatori ancora poco conosciuti ma destinati a fare grandi cose in futuro, in particolare Barzagli, Zaccardo e Barone, 3 calciatori che 2 anni dopo saranno sul tetto del mondo con la maglia azzurra, in quella magica notte del 9 luglio 2006 a Berlino. Il presidente Zamparini investì molte risorse in vista del grande sforzo che attendeva la propria squadra, e riuscì a portare nel capoluogo siciliano giocatori molto utili e che non distrussero quei meccanismi ed equilibri tanto faticosamente creati da staff tecnico e calciatori.
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Nel girone di andata, nonostante un calendario tutt'altro che facile, gli isolani uscirono indenni praticamente da ogni partita giocata contro le big del campionato. Pareggiarono a San Siro e al Delle Alpi e vinsero al "Renzo Barbera" contro la Lazio con una doppietta di Toni che a Palermo è ancora leggenda. Al ritorno invece sia la Juve che la Roma caddero sotto i colpi della corazzata palermitana, e il giorno dopo la vittoria contro i bianconeri le prime pagine dei giornali locali si dipinsero di rosa, a celebrazione di un evento che va ben oltre l'aspetto sportivo. Era la rinascita di una realtà e di una squadra che aveva visto con i propri occhi l'orlo del baratro.
Una città da sempre nota per le proprie difficoltà a livello sociale ed economico aveva un qualcosa a cui aggrapparsi, ma ancora nessuno si rendeva conto della grande impresa della quale erano protagonisti. L'ambiente rimase sempre con i piedi per terra e nessuno, a partire dall'allenatore fino ad arrivare al presidente, si sbilanciò riguardo le loro ambizioni.
Ad un certo punto però, soprattutto dopo la vittoria contro la Juventus del 5 febbraio 2005, nessuno poteva più far finta di niente. Il sogno era lì a portata di mano, le possibilità di poter giocare in Europa si facevano sempre più nitide ed il 10 aprile con la vittoria nel derby contro il Messina (che finì settimo) venne tolto quasi ogni dubbio. Una partita ricordata anche per gli scontri tra le tifoserie durante l'intervallo, ma che venne decisa da Zaccardo e il solito Luca Toni.
Verso il finale di stagione i rosanero faticarono ma al fischio finale della 38esima giornata riuscirono a finire la stagione al sesto posto, aggiudicandosi così un posto nella prossima Coppa Uefa. Al Barbera l'atto finale del campionato contro la Lazio, la squadra con la quale si può dire ebbe inizio il sogno, fu una festa per tutta la durata dei 90 minuti.
Il calore dei 33 mila presenti allo stadio rese il match un evento trascendentale e lontano dalle dinamiche del mondo terreno, una delle pagine più belle della storia recente del calcio italiano era stata appena scritta. Nessuno poteva togliere ai giocatori e alla gente quanto appena faticosamente ottenuto, contro tutto e tutti alla ricerca di una rivalsa cercata e voluta per tanto tempo, che ha permesso ad una società e ad un popolo intero di sognare.
"Dimenticatevi di tutti i vostri problemi e lasciatevi la malinconia alle spalle, la domenica alle 15 c'è il Palermo dei miracoli."
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