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Il derby della fenice

Immagine del redattore: Eugeni MarcoEugeni Marco

Aggiornamento: 17 ott 2020

Se siete tifosi o del Milan o dell'Inter (a seconda dell'età), la vostra squadra del cuore nel corso degli anni vi ha regalato tante gioie quanti dolori, basti pensare al Triplete targato nerazzurro del 2010 o il periodo d'oro europeo dei rossoneri tra il 2003 e il 2007, che avevano reso Milano la capitale del calcio europeo e mondiale e il sogno di ogni calciatore.


Per quasi una decade però, dopo i periodi d'oro sopracitati, entrambe le squadre protette dalla Madonnina del Duomo hanno attraversato degli anni veramente bui, che potremmo ritenere quasi un aspetto fisiologico dopo tanti successi, i quali però hanno lo stesso fatto passare notti insonni a molti tifosi, ad un certo punto quasi rassegnati a dover vivere per non si sa quanti anni un limbo dal quale sembrava impossibile uscire.


Entrambe per molti anni hanno navigato in zone vicine alla metà della classifica, rimediando brutte figure anche in campo internazionale ed apparendo due squadre senza anima e che sembrassero lontane parenti di ciò che erano state, anni luce distanti dalla storia che portavano mentre avevano addosso quelle maglie.


Anche i loro storici presidenti, Silvio Berlusconi e Massimo Moratti, avevano ormai lasciato le redini delle rispettive società e questo più di tutti era un segno inequivocabile della fine di un'era e il bisogno di aprire un nuovo capitolo della loro storia.


Il Milan nell'estate 2017 provò a tornare ai piani alti della classifica guidato dal nuovo presidente Li Yonghong, grazie ad una campagna acquisti faraonica che portò a San Siro tra gli altri anche Leonardo Bonucci, ma si rivelò tutto un grande spreco di soldi, senza un vero progetto alla base, sintomo di una confusione societaria e sportiva che non portò i risultati sperati.


I rossoneri hanno saputo però imparare dai loro errori, con il Fondo Elliot sono stati fatti altri errori, ma la nuova politica improntata sulla valorizzazione dei giovani (l'acquisto di Sandro Tonali o l'inserimento in prima squadra di Daniel Maldini), affiancati da gente di esperienza come l'immortale Zlatan Ibrahimovic ha portato i suoi frutti e dato una propria identità alla squadra di Stefano Pioli, il vero motivo di questa rinascita.


L'allenatore di Parma ha saputo portare stimoli all'interno dell'ambiente rossonero ed un'identità di gioco ben chiara e nella quale i giocatori si riconoscono in pieno. Il vero acquisto dell'estate rossonero è la permanenza del proprio allenatore, chiaro segnale di continuità con la strada già intrapresa nella scorsa stagione dopo l'esonero di Marco Giampaolo.

L'Inter invece, dopo la disastrosa parentesi Thohir e l'arrivo del magnate cinese Zhang, ha pesantemente investito nell'arco degli ultimi anni in un progetto improntato a vincere nell'immediato e che lo ha portato dal 7° posto della stagione 2016/2017 a giocarsi il campionato fino alla fine con la Juventus nell'ultima stagione.


Bravi a puntare subito su giocatori non ancora ben definiti ed affermati, come Lautaro Martinez e Milan Skriniar, a portarsi a casa gente del calibro di Stephan De Vrij, capace di cambiare il volto della squadra e coprire ottimamente i reparti più in difficoltà e portare a Milano ragazzi come Hachraf Hakimi. L'Inter appare sempre più sicura di se stessa e padrona del proprio destino.


Anche in casa nerazzura l'allenatore ha svolto un ruolo importantissimo, la chiamata alla Pinetina di Antonio Conte ha portato finalmente nella panchina che fu di Josè Mourinho un vero leader e non più tecnici del gioco e della tattica, come sempre fatto in carriera l'ex Juventus e Chelsea punta forte sul fattore mentale dei giocatori, che ora sembrano pronti a tutto pur di arrivare a vincere.


Inoltre Conte è anch'esso uno che ha sempre fatto capire come a lui piaccia vincere ed anche subito, come dimostrano gli acquisti di quest'ultima sessione di mercato fatta di usati sicuri, che hanno il desiderio di calarsi a pieno nel progetto pensato insieme tra allenatore e società.


La cocente sconfitta rimediata nella finale di Europa League contro il Siviglia poteva sembrare un passo indietro per alcuni, ma guardando la competizione nel suo complesso ci ha consegnato un'Inter solida e dietro a poche squadre, sia in campo nazionale che internazionale.

Oggi alle 18 ci aspetta una sfida che finalmente potrà vedere contrapposte due compagini di primo livello, la presenza del pubblico avrebbe conferito a tale sfida l'aura leggendaria che le si addice, in primis per le grandi coreografie da sempre messe in atto dalle rispettive tifoserie, ma nonostante ciò rimane una delle sfide più iconiche del calcio, un concentrato di emozioni capace di lasciare incollati alla televisione milioni di spettatori e uno dei più grandi spettacoli dello sport.


Come una fenice Inter e Milan sono risorte dalle proprie ceneri e sono pronte a spiccare il volo.


Buon derby a tutti!

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