Icone: Jay-Jay Okocha
- Tellurio Matteo
- 9 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 8 ott 2020
Nato a Enugu, Nigeria, ma cresciuto in Germania, Jay-Jay Okocha rappresenta uno dei capostipiti del calcio africano. Le grandi stelle di oggi, i vari Drogba, Salah, Mané, devono molto a giocatori come Okocha, campioni che sono stati in grado di mettere l'Africa sotto i riflettori del calcio mondiale.

Nel 1992 è l'Eintracht di Francoforte ad accorgersi di lui, per i tedeschi giocherà 4 stagioni, nell'ultima mostrando un calcio eccezionale e segnando anche 7 reti. Grazie alla stagione del 1996 Okocha finisce sul taccuino dei turchi del Fenerbahçe. In Turchia riuscì a fermare il lungo dominio di Galatasaray e il Beşiktaş, durato per tutta la prima metà degli anni '90. Nel 1998 si trasferisce in Francia, dove viene ingaggiato dal Paris Saint Germain, dove colleziona con i parigini una Supercoppa di Francia e una Coppa Intertoto. Nel 2002 viene ceduto ai Red Devils ma non viene mai preso in considerazione da Sir Alex Ferguson, andrà infatti al Bolton di cui diventerà anche il capitano.

Un vero eroe della nazionale nigeriana. Titolare inamovibile delle Super Aquile, guidò i suoi in 3 diversi mondiali di calcio, vinse una Coppa d'Africa nel 1994 e una incredibile medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atlanta 1996. "Esistono mulattiere segrete nei campi di calcio che ho visto percorrere palla al piede soltanto a Okocha, Denilson ed Ezio Vendrame" con queste parole Paolo Condò ha perfettamente dipinto la figura di Jay-Jay Okocha. Un giocatore dotato di un dribbling e di una tecnica semplicemente disumani. Mago del tiro dalla distanza e ottimo battitore di calci da fermo, non verrà ricordato per la quantità dei suoi gol ma per bellezza irripetibile delle sue giocate.

Un'icona, perché di giocatori più forti ne esistono tanti, ma pochissimi sono riusciti a essere quello che Okocha è stato per la sua Nigeria.
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