Un giocatore così te lo aspetti dalle spiagge cristalline di Copacabana, dal cuore del Rio della Plata, dai profumi del Mar Mediterraneo. Raramente una figura come questa è emersa da Lahti, media città della fredda nazione finlandese, il posto più lontano che vi viene in mente se pensate al mondo del calcio. In mezzo alla neve e ai litri di birra annui consumati pro capite nasce anche Jari Litmanen, predestinato ad un universo lontano da quello in cui è nato.
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Figlio di due ex giocatori, Jari inizia subito nella squadra di casa Reipas Lathi, debuttando a soli 16 anni. Dopo 4 stagioni giocate ad alti livelli si trasferisce al HJK Helsinki dove vincerà il titolo finlandese. Su di lui mettono gli occhi numerosi club europei ma alla fine si accaserà in Olanda. Ad acquistarlo infatti sono i Lancieri dell'Ajax e Litmanen si ritrova a giocare con un pezzo da novanta come Dennis Bergkamp. La stagione successiva però, l'ingombrante presenza dell'olandese scompare dopo il suo trasferimento all'Inter e la numero 10 passa sulle spalle del finlandese. Quella stagione segna la consacrazione di Litmanen che vincerà l'Eredivise ed il titolo di capocannoniere con 26 gol.
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Con la guida di van Gaal quell'Ajax raggiungerà per ben due volte la finale di Champions, vincendola nel 1995 e perdendo con la Juventus nel 1996, anno in cui Litmanen sarà incoronato capocannoniere della competizione. Nei sette anni trascorsi in Olanda si è imposto come un vero dominatore e ha lasciato un segno indelebile nei Lancieri. Se oggi andate in visita al museo della squadra di Amsterdam noterete che solo 3 giocatori hanno un video a loro dedicato, Johan Cruijff, Marco van Basten e proprio Jari Litmanen.
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Nel 1999 decide di raggiungere van Gaal al Barcellona ma una serie di infortuni condizionano le sue prestazioni in Spagna e dopo solo due anni viene ceduto al Liverpool. In Inghilterra viene accolto con tutti gli onori che si devono ad un giocatore del suo calibro ma ancora una volta gli infortuni gli impediscono di esprimersi al meglio. La carriera di Litmanen sfortunatamente entra in una inevitabile parabola discendente ma costellata comunque di qualche bell'esperienza.
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Sia il ritorno all'Ajax sia il ritorno in patria sono state entrambe esperienze fortunate per Litmanen, nonostante ormai le prestazioni fossero in fase calante. Riesce a riportare i Lancieri nei quarti di finale di Champions League e al ritorno in Finlandia viene paragonato al Ritorno del Re (soprannome del talento finnico) film straordinario di Peter Jackson. Dopo queste due esperienze Litmanen giocherà ancora un po' in Svezia al Malmo e nel 2008 gioca qualche spezzone per il Fulham di Roy Hodgson prima di ritornare ancora al Lathi.
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In nazionale è inutile dire che uno così non si era mai visto e difficilmente vedremo un ancora un finlandese come lui. Semplicemente il giocatore più forte mai visto in maglia biancoblu. Un trequartista pieno di talento e di classe ma anche con tanti gol sui piedi passa davvero poche volte. Siamo abituati a parlare della grande samba brasiliana o dei talenti straordinari nati dal popolo argentino ma Litmanen non aveva nulla da invidiare a tanti di questi, anzi.
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Atipico, proprio come il suo paese di nascita. Una storia così strana, ricca di talento e di infortuni, di alti e di bassi ma sempre vissuta al meglio non poteva che essere raccontata se non in quella lingua, stupenda quanto enigmatica, che solo i finlandesi parlano. Il diez delle nevi, un giocatore che non dovremmo mai dimenticare, consapevoli che al talento a volte non serve una grande tradizione calcistica centenaria ma una semplice sfera ed un umile campo da calcio.
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