Tra gli anni '80 e '90 del Secolo Breve l'Italia era terra di conquista per i numeri 10. Ovviamente il vostro 10, verso cui indirizzate la vostra devozione, varia da nord a sud della penisola. Se, come mio padre, tifate per la vecchia signora, il cuore batte solo per Michel. Contemporaneamente, tra le vie di Napoli, El Diez è solo uno, non c'è bisogno di fare nomi. Ma per 2 stagioni, precisamente dal '92 al '94, anche Brescia ha avuto un 10, ancor prima di Roby Baggio. Il mago in questione era il Maradona dei Carpazi, Regele Gheorghe Hagi.
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L'unico piede sinistro al mondo ad aver mai impensierito Diego Armando Maradona, Hagi era il 10 per eccellenza. Fantasista straordinario, era dotato di una velocità sia fisica che mentale di un altro livello. Molti lo ricordano per il suo carattere un po' prepotente, spesso anche rissoso, ma indispensabile per assumere con quella sicurezza il ruolo di leader.
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Hagi dal 1982 al 1990 domina il calcio rumeno. Inizia tra le fila dello Sportul Studentesc ed esplode con la Steaua Bucarest, con la quale terrà una media realizzativa incredibile e vincerà anche una Supercoppa UEFA. Con la nazionale rumena si mette in mostra a livello mondiale, soprattutto grazie ad un Mondiale di Italia '90 strepitoso. Ad accaparrarsi il fantasista rumeno saranno i blancos, con i quali però Hagi non riuscirà mai ad eccellere e verrà venduto dopo solo due stagioni.
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Dal Real passa al Brescia, sfortunatamente finirà relegato in Serie B ma diventerà il protagonista della risalita dei lombardi. Dopo il Mondiale del 1994 torna in Spagna, sponda Barcellona, ma anche qui l'aria spagnola non lo esalta e verrà venduto dopo sole due stagioni. Hagi prova quindi l'avventura in Turchia, accasandosi al Galatasaray.
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In Turchia Hagi rinasce. Il Galatasaray domina il calcio turco grazie a lui, riuscendo a vincere ben 4 campionati. Il rumeno inoltre guida la squadra di Istanbul alla vittoria della Coppa UEFA '98-'99. Grazie a quel trofeo i turchi finirono nella finale di Supercoppa contro il Real, in quella che è sicuramente la partita più indimenticabile della carriera del Regele. Hagi insegna calcio per tutta la gara, umiliando senza ritegno il povero Roberto Carlos e portandosi a casa uno storico trofeo. Nel 2001 infine il 10 appese le scarpette al chiodo, ma non ha mai detto addio al mondo del calcio. Tutt'ora Hagi continua a calcare i terreni di gioco nei vesti di allenatore, attualmente alla guida del Viitorul Costanza.
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na testa calda, certo, ma anche un talento cristallino di quelli che si vedono solo poche volte. In Romania è una divinità, e anche giustamente aggiungerei. Tante, forse troppe le occasioni sprecate da Hagi in una grande squadra ma chiaramente quello non era il suo ambiente. Quando si è trovato a suo agio, Turchia e nazionale, ha dato il meglio di se, mostrandoci di che pasta era fatto. Uno di quelli che la 10 non la vestiva semplicemente, lui era tra i pochi eletti che contribuivano ad alimentarne il mito.
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