A poche ore dal suo esordio sulla panchina della Vecchia Signora non potevamo non parlare di lui. Un giocatore che è entrato di diritto nell'olimpo del centrocampo mondiale. Il Maestro indiscusso del calcio italiano, leggenda del Milan e della Juventus. Sua maestà Andrea Pirlo.
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L'esordio in Serie A arriva a soli 16 anni con il Brescia, durante quella stagione non viene mai più schierato ma con la Primavera dei lombardi riesce a portarsi a casa il prestigioso Torneo di Viareggio. La vera prima stagione nella massima serie la gioca ai comandi di Edy Reja, un campionato poco fortunato per il Brescia costretto alla retrocessione. Il giovane Pirlo riesce comunque a collezionare ben 4 reti in 29 presenze. Nel 1998 viene ingaggiato dall'Inter con il quale però trova poco spazio e parte spesso dalla panchina. I nerazzurri lo mandano prima in prestito alla Reggina per poi girarlo ancora al Brescia. Leggendario un suo assist a Roberto Baggio contro la Juventus del quale il Divin Codino rimane ancora oggi incantato.
Dopo un brutto infortunio nel 2001 la carriera di Pirlo subisce una svolta epocale. Per 35 miliardi di lire il centrocampista italiano si trasferisce sempre a Milano ma sponda rossonera. A causa degli infortuni di Gattuso e Ambrosini, il tecnico Carlo Ancelotti lo riposiziona davanti alla difesa, rivoluzionandolo come giocatore. A partire dal 2002/2003 Pirlo diventa il regista dell'albero di natale milanista oltre che un infallibile rigorista per i rossoneri. La delusione per la sconfitta in Supercoppa Italiana subita ai danni della Juventus viene vendicata ai danni della stessa nella storica serata di Manchester, quando il Milan alza l'ennesima Champions League e Pirlo si porta a casa la sua prima finale europea. Da qui in poi per quasi dieci anni Pirlo diventerà la colonna portante del centrocampo rossonero. Prestazioni sublimi costellate di assist al bacio e punizioni pennellate perfettamente. Nasce in questi anni la famosa "maledetta", la peculiare punizione che scende di colpo beffando il portiere tipica del numero 21. In questi anni Pirlo si porta a casa sia la delusione di Istanbul che la rivincita di Atene, per la quale è determinante sul primo gol. A fine ciclo il Maestro lascia il suo Milan con 2 Champions, 2 scudetti, un Mondiale per Club, 2 Supercoppe Europee, una Coppa Italia e una Supercoppa.
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Nel 2011 non rinnova con il Milan e le voci sulla sua carriera ormai in declino si susseguono sui giornali ma una squadra insospettabile ha messo gli occhi su di lui. A parametro zero il numero 21 si colora di bianconero e approda alla rinnovata Juventus. Nonostante qualche dubbio iniziale questa rappresenta una seconda giovinezza nella carriera di Pirlo. Con la Juve infatti, il regista inanellerà alcune stagioni di una qualità pazzesca, risultando determinante al ritorno alla vittoria della vecchia signora. Con Antonio Conte Pirlo diventa il fulcro del centrocampo della formazione bianconera fino al 2015, portandola fino alla finale di Champions persa contro il Barcellona. In questi anni l'eterno rivale diventa l'idolo della tifoseria juventina, un campione che conquista al di là di tutto grazie alla sua immensa intelligenza calcistica e la grande dedizione al lavoro. La carriera di Pirlo post-Juve è la giusta passerella che un calciatore del suo calibro merita, l'MLS lo chiama a New York per mostrarlo al pubblico americano e, nonostante l'età ormai inesorabilmente avanzata, regala comunque qualche colpo di classe.
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La storia di Pirlo in Nazionale è vincente al pari di quella del club. Indimenticabile nel Mondiale del 2006, rimane in azzurro fino al disastroso Mondiale del 2014. Leggendario il cucchiaio fatto ad Hart nei rigori dell'Europeo 2012 contro l'Inghilterra, con il portiere inglese costretto a raccogliere in pallone a testa bassa.
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Di lui tecnicamente potremmo scrivere dei libri. Metronomo dei passaggi, mago della regia e dell'impostazione, Pirlo ci ha spesso incantato anche grazie a dribbling perfetti e punizioni extraterrestri. Erede naturale di Baggio e Juninho, per capire a pieno i suoi calci piazzati dobbiamo scomodare addirittura l'Effetto Magnus. Considerato in maniera unanime tra i centrocampisti migliori della storia del calcio e sicuramente nella top 5 dei registi ogni epoca. Pirlo ora è pronto ad una nuova sfida, da poco ufficialmente allenatore e già proiettato su una panchina scomoda come quella della Juventus. A lui il compito di reinventare una squadra quasi stufa di vincere, con idee che solo il Maestro è in grado di trasmettere. Sul giocatore non possiamo fare altro che inchinarci di fronte ad una icona del calcio mondiale, indimenticabile e inimitabile.
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