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23 azzurri per gli Europei di giugno

Immagine del redattore: Simone SpadaSimone Spada

Aggiornamento: 3 apr 2021

Nella serata di ieri, la Nazionale Italiana ha concluso il trittico di partite valevoli per le qualificazioni ai mondiali in Qatar del prossimo anno. Non si può dire che la banda di Roberto Mancini non abbia dato risposte: seppur giocando meno bene del passato, ha conquistato comunque tre vittorie su tre, piazzandosi in testa al gruppo C.


Queste gare non sono servite solo per dare un segnale, forte, che ai mondiali gli azzurri vogliono tornarci al più presto dopo la vergogna patita nel novembre del 2017. Ma sono servite anche allo staff tecnico per avere una idea ben precisa di quella che potrebbe essere la rosa in vista degli Europei di giugno. Competizione che non sarà semplice sin dall'inizio (Turchia e Svizzera hanno dato buone sensazioni), ma che vedrà la nazionale protagonista in casa con la pressione di dover far bene per saggiare la solidità del lavoro di Mancini.

PORTIERI:

Questo è il punto del campo dove ci dovrebbero essere meno dubbi. A meno di defezioni dell'ultima ora o delusioni nel finale di campionato, a difendere i pali della nazionale saranno Donnarumma, Sirigu e Cragno in questa sequenza. Potrebbe rientrare nel lotto anche Meret per contendersi il terzo e ultimo posto, ma in questo momento il portiere del Cagliari (seppur stia vivendo una stagione difficile con la sua squadra) permane il miglior portiere della Serie A per statistiche ed è un punto fermo che difficilmente Mancini farà scalzare. Più staccati Gollini e la suggestione Buffon, con quest'ultimo che potrebbe pure contendere a Sirigu il ruolo di chioccia. Ma alla lunga sembra abbastanza improbabile che accada.


DIFENSORI:

Altro ruolo dove c'è davvero poco da delineare. Mancini vuole dei giocatori in grado di sapersi adattare tanto a giocare a 4 quanto a giocare a 3 a seconda che la partita lo richieda. I terzini sono essenzialmente quelli visti nelle tre gare di qualificazione: Florenzi e Di Lorenzo a destra, Emerson e Spinazzola a sinistra. C'è chi si chiederà "e Calabria dove lo lasci?". Posto che ha un infortunio non banale con cui fare i conti, Mancini andrà a privilegiare il senso di appartenenza ad un gruppo nel quale il milanista non è mai stato tra i protagonisti. Certezze ci sono anche nella corsia centrale, dove l'affiatamento tra Bonucci e Chiellini mette in riga tutti. Ci sarà da capire quale sarà la condizione fisica del totem juventino, dopo esser stato preso di mira dai problemi fisici per tutta la stagione. Ecco perché sarà fondamentale per Acerbi e Bastoni farsi trovare pronti come difensore mancino. Da capire se il ct deciderà di portarli entrambi o solo uno: proprio le condizioni di Re Giorgio potrebbero spingere per portarli entrambi e assieme convocare anche un difensore tipicamente destro. A quel punto se la giocherebbero anche Mancini (Roma) e Toloi (Atalanta), col secondo che stuzzica lo staff tecnico azzurro e lo rendono favorito per la maggiore duttilità.

CENTROCAMPISTI:

In questo caso la certezza è su chi saranno i titolari. Non c'è molto da discutere, soprattutto per l'alchimia che si è creata nel tempo tra Jorginho, Barella e Verratti. Centrocampo tecnico, ma di sostanza. In grado di ragionare e di alzare il ritmo, di opporre resistenza tattica e di offrire più di una fantasia offensiva. Sanno tutti segnare e sanno tutti mettersi a disposizione dei compagni. Dietro di loro avanza a grandi falcate la maturità di Locatelli, che sebbene non abbia del tutto convinto contro l'Irlanda forse per una questione di emozione, ha fisico e gambe e piedi per sostenere bene il ruolo di regista come alternativa e non solo come tale. Ai fianchi può avere tanti ragazzi di buona prospettiva, ma che devono essere anche in grado di saper poter qualcosa in più dell'essere solo una riserva. Pellegrini è indiscutibile, togliendo uno dei titolari in suo favore non si perde in qualità e quantità. Solo ci sarebbe da rivedere la sua capacità di focalizzarsi in maniera costante sul singolo match. Poi si giocano un posto in due, essenzialmente: da un lato Sensi (Inter) che è un serio backup di chiunque, che sia regista o mezzala; dall'altro lato Pessina (Atalanta) in vantaggio su Castrovilli (Fiorentina) come premio per la stagione vissuta e come crescita naturale alla corte di Gasperini. E' possibile però che Mancini si possa giocare la carta Bernardeschi da mezzala per tenersi più alternative in fase avanzata.

ATTACCO:

Non ci si schioda da Immobile e Belotti. Sono le due punte centrali, abili nell'essere interscambiabili e dunque per poter essere schierati titolari a seconda di cosa richieda l'una o l'altra partita. Segnano entrambi, anche se il modulo non sembra agevolarli dato che l'Italia non gioca soprattutto per loro come invece avviene nella Lazio e nel Torino. Ai lati c'è una guerra degna di una nazionale. Sul fianco destro non c'è dubbio che Mancini si debba affidare a Chiesa, forse nella stagione migliore e più continua della sua carriera. Non brillantissimo nelle ultime gare in azzurro, ma sempre piuttosto pericoloso e con Barella crea un asse dall'altissimo potenziale. Come prima alternativa sarebbe bene dare una chance a Berardi, che ormai ha la maturità ideale per poter incidere anche in campo internazionale e per certi versi essere più di una semplice opzione. Dall'altra parte Insigne non si tocca, sia per la capacità di inventare e di integrarsi con Verratti, sia per la capacità tattica di lasciare corsia libera per la spinta del terzino sinistro. Come prima soluzione alle sue spalle si staglia Kean (PSG), che sta vivendo una buona stagione in Francia e che può essere una mina vagante in fase offensiva. C'è da capire se basterà, soprattutto se Mancini volesse portare a tutti i costi Bernardeschi agli Europei. E allora quel posto sarà il suo.



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