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He lies, he cheats, he steals

Immagine del redattore: Eugeni MarcoEugeni Marco

Aggiornamento: 10 apr 2021

Esattamente 15 anni fa, il 13 novembre 2005, veniva ritrovato in un hotel di Minneapolis il corpo senza vita del 38enne Eddie Guerrero. Quel giorno a lasciare per sempre la terra dei mortali non fu solo un wrestler sotto contratto con la World Wrestling Entertainment, ma uno dei più iconici della sua generazione, uno dei migliori lottatori nella storia di questa disciplina e uno dei protagonisti della federazione di Stamford nel periodo del boom in Italia nei primi anni del nuovo millennio.


La notizia fece in pochissime ore il giro del mondo e subito alcune testate giornalistiche (anche italiane), che invece negli anni seguenti hanno in modo sprezzante sciacallato sulla sua morte, dissero che il decesso fosse stato causato dalle dipendenze del lottatore messicano, per colpa di un "cocktail" di alcool e droga. Niente di più falso, da ormai 4 anni Eddie Guerrero aveva sconfitto i propri "demoni personali", come a lui piaceva chiamarli. L'autopsia infatti rivelò che morì per colpa di un attacco cardiaco, riconducibile sì ai suoi errori passati, ma non strettamente collegato come fatto credere da alcune penne nazionali ed internazionali. Da sempre il belpaese aveva tentato di buttare giù il wrestling in ogni modo possibile, riuscendoci 2 anni dopo in concomitanza del caso Benoit.


La sera stessa della morte si svolse al Marriot City Center di Minneapolis la consueta puntata settimanale di Raw, che venne prontamente trasformata in un tributo al lottatore, e che mostrò attraverso gli occhi persi dei suoi colleghi quanto di buono abbia fatto per questa disciplina. 10 rintocchi di campana e silenzio assoluto in tutto il palazzetto, ognuno dei presenti quel giorno, dai fan agli addetti ai lavori, sentì dentro di se un vuoto apparentemente incolmabile. Bravo sul ring, carismatico, un abilità nel parlare incredibile, molti dei wrestler odierni devono molto al lottatore messicano, che in molti aspetti ha settato gli standard da raggiungere per riuscire ad essere qualcuno in questo business.

Perché Eddie ebbe questo grande impatto però? Be', prima di tutto va detto che la sua gimmick (il personaggio che interpretava), era quella del lottatore disposto a tutto pur di vincere, con dei metodi spesso al limite del legale ma divertenti e pieni di inventiva. Pur figurando spesso tra i cattivi, fu uno dei primi di sempre ad essere osannato dai fan sempre e comunque. Le finte sediate degli avversari, i roll up improvvisi, per lui contava il risultato, non il metodo. "Il fine giustifica i mezzi" scrisse Nicolò Machiavelli ne "il Principe", ed Eddie inconsapevolmente prese spunto da tale frase per creare il proprio personaggio.


Il grande impatto di Eddie poi fu dovuto anche grazie alle sue incredibili abilità in ring. Da molti riconosciuto come uno dei più grandi di sempre, ogni anno almeno uno dei suoi incontri era candidato a "Match of the Year". Poliedrico, tecniche sempre innovative e perfettamente eseguite, vendeva le mosse come pochi altri ed era in grado di conferire ai propri incontri una drammaticità unica. La sua "Frog Splash" e i "Three Amigos" erano sempre il preludio per la fine dei suoi incontri, come un orologio che piano piano va verso la fine, queste 2 manovre erano ciò che anticipava la mezzanotte. I sui match contro Brock Lesnar a No Way Out 2004 e contro Kurt Angle a Wrestlemania 20, sono stati l'apice per il Latino Heat.


Soprattutto quello contro "The Beast", perché rappresentò tutto quello che Eddie è stato e fu anche la coronazione della sua carriera. In quell'occasione vinse grazie alla sua astuzia ed alla sua bravura in ring, diventando per la prima volta WWE Champion. Contro Angle invece il momento più toccante fu co Chris Benoit, infatti appena conclusosi il main event nel quale il Canadian Crippler divenne World Heavyweight Champion i 2, amici da sempre, si abbracciarono in mezzo al ring, in uno dei Wrestlemania moment più toccanti di sempre.


Non è da sottovalutare neanche l'aura da "underdog" che sempre aleggiò intorno alla figura di Guerrero, poi ripresa più volte nel corso degli anni da altri wrestler, uno su tutti Daniel Bryan. Riuscì benissimo a raccontare la storia dell'"uomo comune", ed anche con questo il wrestler riuscì a creare un'empatia unica con il pubblico, che spesso e volentieri si rispecchiava in Eddie.


Il Latino Heat ha quindi rappresentato una parte importantissima nella storia di questa disciplina, in Italia è stato insieme a Rey Mysterio il wrestler più importante di tutti, nonostante la campagna mediatica a suo sfavore sia prima che dopo la morte da parte di alcuni giornali che oggi, 15 anni dopo, celebrano il talento di Eddie solamente per fare bel viso a cattivo gioco, cercando di accaparrarsi una fetta di pubblico che ormai hanno perso da anni.

Quindi grazie Eddie, da parte mia e tutti quelli che con te sono cresciuti, hanno riso e purtroppo hanno anche pianto.


Come recita Johnny Cash in una sua canzone "there ain't no grave can hold my body down", ma più che il tuo corpo, è il tuo ricordo che non svanirà mai da questa terra.


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