Ultimo girone della lunga carrellata che Fondamentali ha dedicato agli Europei 2021. Si parte domani sera con la gara inaugurale tra Italia e Turchia, ma il girone che andiamo a scoprire oggi lo vedremo in gioco tra diversi giorni. E che girone! Dentro ci sono infatti tre delle possibili candidate alla vittoria, due sono persino le finaliste dell'edizione 2016. Ma il pronostico finale non sarà così scontato: non a caso viene chiamato come il girone della morte.

FRANCIA.
Sono i favoriti dell'intera competizione, e con quella rosa lì si fatica anche a pensare che non possa esserlo. Didier Deschamps è stato in grado di lasciar fuori almeno una decina di giocatori molto forti per convocare altri 26 atleti di altissimo livello. Il bello dei francesi è che negli ultimi sei anni c'è stato un continuo foraggiare i dubbi del commissario tecnico, abile a fare le scelte giuste per favorire un ricambio generazionale e a cogliere tutto quello che si poteva cogliere in ambito internazionale, da un argento europeo alla conquista della Coppa del Mondo.
Eppure la Francia non ha particolarmente brillato né in Nations League e né nelle varie qualificazioni. Sì, ha messo in fila diverse vittorie ma non è mai stata abbastanza travolgente come invece ci si aspetterebbe. Fanno specie lo stop casalingo con la Finlandia (0-2) e il pari con l'Ucraina (1-1) ai quali fanno da contraltare i successi su Galles, Svezia e Portogallo. Checché se ne dica, però, con quell'arsenale possono anche zoppicare che in fondo ci possono arrivare molto facilmente. Sicuramente sarà decisiva la prima sfida con la Germania.
La notizia vera e propria è il ritorno di Karim Benzema. Superati i contrasti col ct, il suo ritorno segna l'attacco dei sogni con Mbappé e Griezmann. Il bomber del Real Madrid è diventato a poco a poco un giocatore indispensabile e allora al diavolo le discussioni e i litigi, qui bisogna vincere, soprattutto in un girone così difficile. Dietro Deschamps si affida ai mille polmoni di Kantè in un centrocampo che gioca troppo di fioretto e non affonda mai il colpo, e spera che Lenglet possa riscattare la stagione deludente di Barcellona. In porta si presenterà ancora Lloris, agli ultimi fuochi di una carriera decisamente sottovalutata. Il punto di forza dei galletti è il ricambio offensivo: Coman, Dembélé e Giroud consentono a Deschamps di modificare il modulo in corso d'opera in base alle esigenze della partita.

PORTOGALLO.
Hanno un titolo da difendere e certamente faranno di tutto per arrivare in fondo. Hanno vinto la Nations League, hanno sfornato un po' di talentini niente male, ed hanno un Cristiano Ronaldo che anche nella stagione meno fortunata ha una fame che varrebbe per tutte le squadre dell'Europeo. La fortuna è arrivare all'appuntamento con zero pressioni addosso, ma solo l'auspicio che superato il girone, la strada andrà poi in discesa. Dopo tutto è la competizione che questa nazionale preferisce.
C'è il solito mix di esperienza e gioventù. Il portiere Rui Patricio, il difensore Pepe, il centrocampista Moutinho e Ronaldo compongono la colonna vertebrale d'esperienza di un corpo che vede in Diogo Jota, Joao Felix e Bruno Fernandes gli alfieri della nuova generazione di calcio bello e spavaldo come piace a queste latitudini. In difesa non paiono essere eccezionali, per questo tanto dipenderà da quanto Danilo e Sanches saranno in grado di reggere le sortite avversarie. In particolare sarà decisiva la gestione mentale delle sfide e iniziare col piede giusto contro l'Ungheria. Lì la pressione andrà poi su Francia e Germania.

GERMANIA.
Con Loew al passo d'addio e alcuni giocatori arrivati a fine stagione con la spia della benzina accesa, la Germania si presenta con più dubbi che certezze. Anche in questo caso si parla di un cammino difficile, quello 0-6 con la Spagna sanguina ancora così come l'1-2 casalingo contro la Macedonia a marzo. Pare una nazionale in cerca d'autore, che sta pagando più di tutte un ricambio generazionale non all'altezza del nome che porta. Questo nonostante la formazione under 21 continui a dominare tutte le competizioni di categoria.
Volenti o nolenti, il faro dovrà essere Toni Kroos. Arrivato come tutti i giocatori del Real Madrid con la lingua a penzoloni, ha la capacità e i colpi per essere decisivo per le sorti della squadra. Una squadra che non ha una prima punta di ruolo, gioca con diversi falsi nueve adattati per non dare molti riferimenti agli avversari, ma così toglie anche molti riferimenti a se stesso. La punta giusta potrebbe essere Werner, ma non pare avere il carisma per assolvere al ruolo. Allora ecco il classico Thomas Mueller, con la sua adattabilità e la sua ferocia agonistica. Al suo fianco il giustiziere di Champions Kai Havertz, alla seconda prova di livello della sua carriera.
E se la difesa, anche in questo caso, risulta il punto debole - col ct tedesco spesso costretto ad adattare dei centrocampisti come centrali difensivi, è la mediana che quella che potrebbe garantire sostanza, urto e concretezza. Da Emre Can a Goretzka, da Kimmich a Gundogan fino a Neuhaus, la Germania possiede ricambi di qualità per tenere in piedi la baracca. Il rischio è che debbano sperare di passare come migliore terza, ma se questi passano per davvero, è meglio non sottovalutarli per niente.

UNGHERIA.
Si fa presto a dire squadra materasso. Perché con quelle altre tre lì, con tutto quel palmares, l'Ungheria si presenta con il ruolo di sparring partner da inchiodare a 0 punti alla fine del girone F. Ma c'è da porre massima attenzione sulle nazionali che sì, non avranno titoli vinti o grande esperienza, ma si presentano con la spavalderia di chi non ha nulla da perdere e che nel proprio cammino di avvicinamento ha regolato sia squadre molto più deboli che squadre dello stesso livello. Lo dimostra il primo posto in Nations League davanti a Russia e Serbia e Turchia che gli è valso il passaggio in serie A.
Il ct è l'italiano Marco Rossi, una buona carriera da calciatore e meno buona da allenatore. Poi la svolta: nel 2012 firma con l'Honved e mette in fila una serie buonissime stagioni (con tanto di vittoria dello scudetto) che lo portano sulla panchina della nazionale ungherese. Il proposito è quello di fare bene, ma Rossi fa ancora meglio sia vincendo il girone di Nations League e sia portando questa nazionale ad acciuffare la qualificazione agli europei.
Il suo 3-5-2 è elegante, elastico e pragmatico. Manca il talentino Dominik Szoboszlai, fermato da un infortunio che ha condizionato la sua stagione; allora tutto si basa sul fiuto offensivo di Szalai e Konyves, e sulla capacità della squadra di alternare due fasi difensive, passando da quella a tre uomini a quella a cinque uomini. Molto interessante la tenuta mentale: se vanno sotto, recuperano sempre; se vanno in vantaggio, poi diventa una montagna russa andarli a riprendere.
Pronostico.
1) Francia
2) Portogallo
3) Ungheria
4) Germania
Comments