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Guida al Girone E: Furia Roja!

Immagine del redattore: Eugeni MarcoEugeni Marco

A sole 24 ore dall'inizio di Euro 2020 è arrivato il momento di parlare del girone E, che per forza di cose avrà come assoluta protagonista la Spagna di Luìs Enrique. Dietro a se Slovacchia, Polonia e Svezia, che lotteranno per ottenere il pass per il turno successivo in quello che ha le carte in regola per essere il girone più equilibrato ed incerto dell'intera competizione, magari sgambettando le Furie Rosse sul più bello.

SPAGNA

Nonostante le due positività al Covid all’interno del gruppo squadra (Sergio Busquets del Barcellona e, più recentemente, Diego Llorente del Leeds), che hanno scatenato numerose polemiche all’interno della federcalcio spagnola e hanno convinto il governo iberico a vaccinare tutti i giocatori, la Spagna si presenta ai nastri di partenza come la favorita, o comunque tra le favorite, assieme a Francia e Germania, a vincere l’Europeo.

Difatti, al netto delle già citate positività, la Real Nacional sembra quella più completa in ogni reparto, oltre ai Galletti. Per quanto giovane, la difesa può contare su giocatori come Aymeric Laporte del Manchester City, fresco di convocazione con le Furie Rosse dopo l’ottenimento del passaporto spagnolo, affiancato da Pau Torres del Villareal, col quale ha appena vinto l’ Europa League sotto la guida del Maestro della coppa UEFA Unai Emery.

A centrocampo, emerge la qualità di Thiago Alcantara, che con le sue geometrie e la sua visione di gioco può innestare i movimenti di Morata o Gerard Moreno assieme alle ali Dani Olmo, Ferran Torres e Oyarzabal.


Insomma, un parterre di assoluto livello per La Roja, nonostante la giovane età che, paradossalmente, potrebbe giocare a loro sfavore. Infatti, per quanto la rosa sia ampia, resta da sciogliere il nodo della pressione e di quanto questi ragazzi saranno in grado di tenerla. Se dovessero superare questo scoglio, allora la strada per il loro quarto europeo potrebbe essere in discesa.


Luis Enrique è chiamato al riscatto su una delle panchine più calde in Europa come quella della Nazionale spagnola, che ha visto seduto prima di lui un uomo come Vincente Del Bosque, il cui nome rispecchia anche la realtà, dal momento in cui, in sella ai giallorossi iberici, ha vinto due Europei e un mondiale, prima di capitolare con l’eliminazione dall’Europeo del 2016 contro l'Italia agli ottavi.

Per il tecnico catalano ed ex Roma, la sfida si presenta come una delle più interessanti.

Per fare un paragone con la Formula 1, si potrebbe dire che abbia a disposizione una Ferrari tutta da scoprire, come fu quella del 2000 che poi vinse il mondiale.

Sta a lui far vedere se sarà in grado di essere lo Schumacher della situazione, per arrivare alla gloria.

SLOVACCHIA

Alla sua terza partecipazione ad una competizione internazionale e nata solo nel 1993 dopo la scissione con la Cecoslovacchia la Slovacchia ha già da tempo fissato il proprio obiettivo: superare il primo turno. La squadra allenata da Stefan Tarkovic e capitanata dal sempiterno Marek Hamsik ha più di un richiamo con la nostra Serie A, infatti la colonna vertebrale della selezione slovacca è formata da giocatori come Skriniar, Kucka e Lobotka, oltre al già citato Hamsik e il difensore di proprietà della Lazio Vavro.


La nazionale dovrebbe partire con un 4-2-3-1 in grado di coprire ottimamente tutto il campo e che basa la propria idea di gioco sulla palla lunga per la punta, che dovrebbe essere Michal Duris, o sull'uso di rapidi cambi gioco in grado di sorprendere i loro avversari. In un calcio inteso in questo modo saranno molto utili i tre trequartisti, i quali dovranno cercare di enfatizzare il gioco da un lato e poi permettere la sventagliata dalla parte opposta.


Come molte altre realtà che andranno a comporre la competizione anche la Slovacchia non si presenta come una squadra aggressiva in fase difensiva, scegliendo di mettersi in campo con un assetto basso improntato a coprire il campo nella sua interezza. In questo svolgerà un ruolo chiave Skriniar, che avrà l'onere di guidare la sua retroguardia e farle avere il minor numero possibile di sbavature.


Con squadre che cercano di tenere molti uomini in attacco la Slovacchia potrebbe andare in seria difficoltà, in quanto l'avere i propri terzini bloccati potrebbe impedire il cambio gioco tanto cercato nel corso del proprio canovaccio difensivo.

POLONIA

La squadra di Paulo Sousa, arrivato per sostituire l'esonerato Brzeczek, era già prima dell'arrivo dell'allenatore ex Fiorentina una delle realtà meno decifrabili dell'intero panorama mondiale, e dovrà anche fare a meno anche di Milik.


Con un metodo di gioco spesso indefinito l'unica certezza sarà quella della verticalizzazione verso Robert Lewandowski, nella speranza però che la squadra riesca ad assimilare in tempo i concetti di Sousa, un tecnico che ha sempre cercato di non dare una forma definitiva alle proprie squadre, capaci di cambiare e mutare più volte all'interno della stessa partita. Per questo motivo alla Polonia servirà avere al massimo della forma giocatori come Zielinski (reduce dalla sua miglior stagione in carriera) e Krychowiak, capaci di svolgere più funzioni in campo.


Come logico aspettarsi la manovra polacca si baserà tutta sul numero 9 del Bayern Monaco, che oltre al ruolo di puro realizzatore dovrà essere in grado di ripulire il maggior numero di manovre e dare aria alla manovra, per permettere a giocatori come il già citato Zielinski di potersi buttare negli spazi ed approcciarsi con maggior continuità alla fase offensiva.


Aspetto sul quale però dovrà cercare di lavorare in fretta è assolutamente la fase difensiva, concetto fondamentale in una competizione come questa. A discapito di un atteggiamento spesso propositivo ed improntato a giocare a calcio, la Polonia ha dimostrato molte volte di essere molto inconsistente quando attaccata.

SVEZIA

Con l'assenza per infortunio del monumento nazionale Zlatan Ibrahimovic e le positività di Kulusevski e Svanberg, la nazionale svedese perde alcune delle sue pedine fondamentali.


La squadra mattatrice dell'Italia nelle qualificazioni ai mondiali di Russia ha preso per mano l'idea di gioco abbracciata dal proprio allenatore Janne Andersson, che ha da sempre fatto della compattezza il suo mantra, e che è inoltre riuscito, dopo l'addio temporaneo di Ibrahimovic alla nazionale, a far raggiungere alla Svezia i migliori risultati della propria storia.


Giocatore fondamentale per la manovra svedese sarà il giocatore del Lipsia Emil Forsberg, che nel granitico 4-4-2 pensata da Andersson può ricoprire sia il ruolo di mediano che di esterno, rappresentando a pieno l'identikit del giocatore in grado di cambiare volto alla propria squadra.


Peseranno sicuramente le assenze di Ibrahimovic e Kulusevski, con il primo che poteva e doveva essere l'uomo in più dei nordici, con lo juventino che avrebbe rappresentato l'arma segreta in fase offensiva.


Con tutti questi pesanti forfeit la Svezia potrebbe essere una squadra con poche idee in fase offensiva, nonostante la presenza di un giovane talento come Alexander Isak, ma in grado di tenere l'avversario di turno lontano dalla propria porta, in una competizione nella quale la solidità difensiva rappresenta un punto cardine per andare fino in fondo.


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