top of page

Guida al Girone A: Spedizione Azzurra

Immagine del redattore: Eugeni MarcoEugeni Marco

Il tempo dei salotti sportivi è finito, fra meno di una settimana parte Euro 2020 e ad aprire l'evento sarà proprio la nazionale azzurra del commissario tecnico Roberto Mancini, che l'11 giugno allo Stadio Olimpico di Roma affronterà la Turchia nella partita inaugurale del torneo.


Dopo ben cinque anni e la mancata qualificazione agli ultimi mondiali in Russia la nostra nazionale torna a giocare una delle massime competizioni internazionali, e lo fa aprendo le danze in un girone all'apparenza abbordabile, con la nostra storia recente però che non fa pendere l'ago della bilancia dalla nostra parte, come hanno dimostrato le ultime due edizioni del campionato mondiale o la spedizione ad Euro 2004.


In occasione dell'inizio della kermesse più importante dell'anno per il mondo del calcio abbiamo deciso di andare un po' più a fondo e da oggi in avanti, fino ad arrivare all'inizio della manifestazione, andremo ad analizzare ogni girone e le squadre che lo compongono, partendo proprio dal girone A, teatro di battaglia dei nostri azzurri.

ITALIA

Partiamo dalla nostra nazionale, nonché la squadra più quotata a terminare in testa al girone. Rispetto alle altre squadre presenti i quattro volte campioni del mondo possono vantare una rosa sicuramente molto più competitiva, sia in fatto di talento che di esperienza, e che soprattutto ha preso per mano l'idea di gioco del proprio commissario tecnico. Il percorso per arrivare fin qui è stato netto: 10 vittorie consecutive, 37 reti fatte e solo 4 subite. Nonostante le avversarie affrontate nel cammino di avvicinamento alla competizione non fossero di primissimo livello, a questa nazionale non si possono negare i grandi passi in avanti fatti nel corso dell'ultimo triennio sotto la guida di Roberto Mancini.


Da quella dolorosissima eliminazione contro la Svezia, l'Italia si è trasformata da squadra completamente allo sbaraglio ad una realtà con un'idea di calcio ben definita. Mancini ha da subito optato per un 4-3-3 basato sulla ricerca di verticalità e profondità e la spinta sulle fasce di quelli che dovrebbero essere i terzini titolari, e cioè Spinazzola e Florenzi, evitando però la spasmodica ricerca di questo canovaccio tattico. All'occorrenza l'Italia infatti, grazie a due metronomi in mezzo al campo come Jorginho e Verratti (da valutare le sue condizioni) riesce anche ottimamente a palleggiare, dimostrando di avere anche diverse soluzioni.


I nodi principali saranno però due: il primo sarà quello di valutare se la solidità difensiva, mostrata da questa Italia in quasi ogni uscita, si possa ripetere anche contro squadre con una capacità offensiva di gran lunga superiore rispetto agli ultimi avversari. Secondo è quello legato al centravanti: per il tipo di gioco pensato dal tecnico di Jesi, Ciro Immobile, che dovrebbe essere la punta titolare, potrebbe vivere fasi diverse all'interno della stessa partita. Se infatti l'Italia riuscisse ad imbucare la punta biancoceleste negli spazi, la Scarpa D'oro in carica potrebbe essere davvero l'uomo decisivo, in quanto gli inserimenti sono uno dei suoi punti forti. Opposto potrebbe essere il discorso se l'Italia dovesse rendersi protagonista di una partita un po' più attendista e ragionata, con l'ex Torino e Borussia Dortmund che ha dimostrato più volte di non trovarsi a proprio agio in situazioni di questo tipo. In partite nelle quali ci sarà bisogno di sgomitare, fare densità dentro l'area di rigore e cercare dei traversoni, Mancini potrebbe anche decidere di affidarsi ad Andrea Belotti.

SVIZZERA

Allenata da ben sette anni dall'ex Lazio Petkovic, la selezione elvetica si presenta a questa competizione forte dei risultati delle ultime competizioni internazionali, che l'hanno sempre vista superare i gironi, ma anche ben conscia del proprio essere e delle proprie possibilità. Senza particolari picchi di talento, la Svizzera è a detta di tutti una delle squadre meglio organizzate di tutta la competizione, spesso solida ma non esente da sbavature. Universalmente riconosciuta come "una nazionale che gioca come un club", questa nazionale gioca spesso a memoria e non ha paura di lasciare il possesso palla in mano ai propri avversari.


Il modulo di partenza dovrebbe essere un 3-4-1-2, pensato principalmente per far rendere al massimo quelle che sono le poche individualità in grado di alzare il livello della squadra. Dietro il perno difensivo sarà il giocatore del BVB Akanji, mentre i due mediani saranno capitan Xhaka ed uno fra Zakaria e Freuler, mentre sugli esterni dovrebbero giocare Ricardo Rodriguez e Ruben Vargas. Questa linea a quattro nel centrocampo svizzero è la fotocopia dell'idea di gioco di Petkovic, basato su giocatori fisici e di grande corsa. Il reparto offensivo invece si baserà tutto sull'estro di Shaqiri, che nella propria nazionale è il motore principale e che dovrebbe schierarsi alle spalle delle due punte: Embolo e Seferovic.


Tipica realtà capace di portare a casa il risultato nelle tre partite che compongono il girone, la Svizzera ha ottime possibilità di passare il turno, con buone probabilità di arrivare seconda o addirittura prima, senza contare il fatto che passeranno il turno anche le quattro migliori terze.

TURCHIA

Quanto talento nella nazione che ormai da secoli fa da ponte fra Oriente ed Occidente, la Turchia si presenta a questo europeo come una delle vere e proprie mine vaganti di tutta la competizione. Spettacolare da vedere e capace di battere anche la Francia campione del mondo, la squadra di Senol Gunes non vive solo delle fiammate dei suoi principali interpreti, ma è riuscita a trovare anche una solidità difensiva che l'ha resa la squadra meno battuta di tutte le qualificazioni, grazie soprattutto alla grandissima evoluzione del difensore del Leicester Soyuncu, alla futura stella del Liverpool Kabak e lo juventino Demiral.


Questa Turchia parla francese, e non è un'allusione coloniale, ma è ciò che ci racconta il campo. Capace di andare ad una velocità incredibile negli spazi aperti e di fare molta fatica con difese schierate, due dei giocatori simbolo di questa nazionale sono infatti alcuni dei massimi protagonisti del successo nella Ligue 1 del Lille di Galtier: il "Re" Burak Yilmaz, come viene chiamato in patria, ed il capitano della neo squadra campione di Francia, il magico Yusuf Yazici, che insieme a Cengiz Under ed il milanista Hakan Calhanoglu formano la linea di trequarti dietro al già citato Burak Yilmaz, che a 36 anni può essere l'uomo in più della Turchia non solo grazie alla splendida stagione appena conclusa, ma anche perché dopo tanti anni gli ottomani hanno finalmente ritrovato un terminale offensivo in grado di buttarla dentro. Da non sottovalutare sarà anche il blocco composto dai giocatori di Besiktas, Fenerbahce e Galatasaray, ormai da anni massimi esponenti di un sistema ben oliato.


Completamente esenti da qualsivoglia tipo di pronostico, i turchi potrebbero rappresentare la sorpresa non solo del girone ma dell'intera competizione.

GALLES

Concludiamo l'analisi con la squadra che ha le maggiori possibilità di concludere all'ultimo posto nel girone. Dopo lo scandalo che sette mesi fa ha coinvolto il loro ex-allenatore Ryan Giggs e l'ha portato all'esonero i dragoni, guidati ora dal suo assistente Page, hanno cambiato il proprio modo di intendere e pensare calcio, passando da un propositivo 4-2-3-1 ad un 5-2-3 nel quale viene sì a mancare un po' di creatività ma che potrebbe rivelarsi più solido di quanto già non sia, oltre a poter rappresentare una seria minaccia in caso di contropiede grazie alla linea offensiva che molto probabilmente sarà formata da Wilson, James e Bale, tre ali. Anche loro, come nel caso della Svizzera, non disdegnano l'idea di lasciare il pallino del gioco in mano ai loro avversari e cercano nello specifico di spostare il gioco sugli esterni, cercando di creare più densità possibile nella zona centrale del campo.


Dopo essere arrivati sino alle semifinali nella precedente edizione degli europei, i ragazzi di Page dovranno, almeno sulla carta, puntare ad obiettivi ben diversi. Se nella spedizione di cinque anni fa nella rosa era presente un Gareth Bale al proprio massimo ed un Aaron Ramsey di tutt'altra caratura rispetto a quello visto nella sua esperienza in bianconero, ora il Galles deve fare i conti con una rosa sicuramente inferiore rispetto alle altre tre squadre coinvolte.


Il destino sembra quindi segnato per i dragoni, ma mai dire mai, specie in competizioni di questo tipo, nelle quali squadre capaci di chiudersi in pochi metri hanno spesso regalato risultati sorprendenti.



Commenti


bottom of page