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Giocatori Esotici: Shunsuke Nakamura

Immagine del redattore: Eugeni MarcoEugeni Marco

Aggiornamento: 8 ott 2020

Il Pirlo di Yokohama, il primo giapponese a segnare in Champions League, il mancino più bello mai visto in Oriente, in 2 parole: Shunsuke Nakamura. Se andate a vedere il mio Facebook, nel 2011 le mie immagini del profilo erano composte solamente da foto di questo signore qui, che ha da sempre avuto la capacità di stregarmi, principalmente a causa del mio amore incondizionato verso quei giocatori che fanno correre la palla, e perché ha vestito la maglia di uno dei club esteri ai quali sono maggiormente affezionato, il Celtic.


Shunsuke Nakamura, nato a Yokohama il 24 giugno 1978, dopo una trafila nelle giovanili della sua città e l'arrivo in prima squadra, gli Yokohama Marins, nel 2002, viene colpito da una cocente delusione per la mancata convocazione ai Mondiali in Corea del Sud e decide di lasciare la madre patria e di trasferirsi alla Reggina, neopromossa in Serie A. A Nakamura viene consegnata la numero 10 amaranto, nata per stare sulle sue spalle, e riesce, nelle prime 3 giornate, a siglare 3 goal, creando aspettative altissime su di lui. La prima stagione andò bene,  mise a referto 7 goal in campionato e mostrò sprazzi di gran calcio, ma nelle 2 stagioni successive non riuscì ad imporsi, e nell'estate del 2005 decise di lasciare l'Italia.



Shunsuke si trasferisce in Scozia, firma per il Celtic, e qui trova la sua dimensione. Il suo estro lo rese l'idolo dei tifosi, inoltre riuscì finalmente a diventare anche un giocatore imprescindibile per la squadra e il primo anno riuscì a vincere campionato e coppa con i bianco-verdi. Ma è nel 2006 che incantò il mondo intero, debutta in Champions League all'Old Trafford contro lo United di Ronaldo, Rooney e Giggs, e nel secondo tempo segna su punizione da circa 20 metri (tipologia di gol che diventerà il suo marchio di fabbrica), diventando il primo giapponese a segnare nella massima competizione europea. Incredibilmente riuscì a ripetersi anche al ritorno al Celtic Park, bomba da 30 metri su punizione sotto l'incrocio, chirurgico. Le sue ottime prestazioni lo portarono nel 2007 ad essere inserito nella shortlist per il Pallone d'Oro. In 4 anni con la maglia dei quadrifogli mette a segno 33 reti in 166 reti, ed entrò di diritto nella leggenda come uno dei giocatori più rappresentativi nella storia del club, riuscendo a vincere altri 2 campionati.



Successivamente, alla scadenza del suo contratto, passa all'Espanyol, con il quale giocò poco, e l'anno seguente, nel 2010, tornò in Giappone e vestì di nuovo la maglia dello Yokohama, squadra nella quale tornò anche nel 2019, mentre dal 2016 fino alla scorsa stagione ha vestito la maglia del Jùbilo Iwata. Con la sua nazionale vanta 24 gol in 98 presenze, e la vittoria di ben 2 Coppe d'Asia, nel 2000 e nel 2004.



Dotato di un mancino magnifico, di una visione di gioco totale e di una tecnica sopraffina, Nakamura viene ricordato per essere un calciatore di punizioni micidiale. In quei anni per me esistevano solo lui e un certo pernambucano che vestiva la maglia dell'Olympique Lione, del quale però parleremo nelle prossime settimane. Pochi anni nel calcio europeo, ma che sono bastati per far innamorare me e non so quanti altri di questo giocatore un po' lontano dai tempi moderni. In un calcio che iniziava già ad essere più veloce e meno attento ai fondamentali del gioco, lui rallentava e modellava il gioco. Insomma, in un mondo di super atleti, innamoratevi di Shunsuke Nakamura.

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