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Giocatori Esotici: Federico Piovaccari

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In un'era come questa, caratterizzata dalla scomparsa delle cosiddette bandiere nel calcio, con gli atleti sempre di più attratti dal denaro, la fama e l'espansione del proprio nome e brand a livello mondiale, esiste una speciale e molto piccola percentuale di calciatori che girano il mondo non alla ricerca del contratto con più zeri, ma per amore viscerale di questo sport e le sue mille sfaccettature. Protagonista indiscusso di questa generazione curda del XXI secolo è Federico Piovaccari, detto "il Pifferaio", nome dato da suo figlio ispirandosi ad un personaggio presente nel cartone animato Spongebob, che a soli 36 anni potrebbe dire di aver vissuto almeno 10 differenti vite.

Il lombardo classe 1984 come altri talentini italiani, dopo aver giocato nella primavera dell'Inter, inizia un tour interminabile tra Serie D, Lega Pro e Serie B nella provincia italiana, e tra il 2003 e il 2011 attraversa lo stivale da nord a sud, con l'esperienza più significativa che rimane quella a Cittadella, con la quale riesce a vincere il titolo di capocannoniere, che gli vale la chiamata in Serie A a 26 anni, con la maglia della Sampdoria. L'esperienza con i blucerchiati si rivela però disastrosa e dopo solo 1 anno viene girato in prestito prima al Novara e poi al Grosseto.

Da questo momento inizia la fase più bella della carriera del ragazzo di Gallarate, infatti passa ufficialmente alla Steaua Bucarest, con la quale nella sua prima e unica stagione in Romania riesce a vincere il campionato, la coppa nazionale e a debuttare in Champions League. Da qui in poi la sua carriera si dipingerà di giallo e di rosso, infatti vestirà quasi sempre maglie di squadre spagnole come l'Eibar, il Rayo Vallecano e il Cordoba, eccezion fatta per una piccola parentesi in Australia, in Cina ed un temporaneo ritorno in Italia con la Ternana.

Un errante, 18 squadre e 18 maglie vestite, finita la sua carriera da calciatore professionista potrebbe tranquillamente scrivere un libro, grazie al quale far venire alla luce tante piccole o meno conosciute realtà del calcio odierno. Una storia diversa di un calcio diverso, non un grande calciatore, ma un qualcosa e un qualcuno di estemporaneo e lontano dalle dinamiche e dalle frenesie del calcio moderno, ode a te Federico.

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