Genio e sregolatezza, una frase ormai abusata in ambito calcistico quando si vuol fare riferimento a giocatori dotati di grande talento ma di poca propensione al sacrifico, ma non nel caso di Andrey Arshavin, che per la maggior parte della propria carriera ha gettato via un talento purissimo, cristallino e forse anche per questo allo stesso tempo fragile, rimanendo un giocatore incompiuto ma che ha comunque lasciato nella nostra mente grandi ricordi ed immagini latenti di quello che sarebbe potuto essere.
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Classe 1981 cresciuto calcisticamente nella LokomotivMosca sotto la guida del mago Phonvchenkom, grande scopritore di talenti sovietici, salvo poi passare nello Zenit di SanPietroburgo, prima con la squadra riserve e poi nel 2000 venne aggregato alla prima squadra e, a soli 19 anni, in quella annata riuscì a vincere il premio come miglior giocatore del campionato russo, era dotato di una tecnica incredibile e toccava il pallone come se lo stesse accarezzando. Quell'anno cambiò molti ruoli, ala destra, trequartista ed infine attaccante, ma in ognuno di questi avevi la sicurezza che avrebbe saltato l'uomo e servito un assist al bacio al proprio compagno. Allo Zenit gioca per 9 anni riuscendo nel 2007 a portare la fu Leningrado alla vittoria del primo titolo nazionale e la vittoria dell'ex Coppa Uefa andando in doppia cifra sia in gol ed in assist. Si notava però che giocasse giusto per farlo, aveva ricevuto in dono un talento straordinario e conscio di ciò spesso e volentieri si limitava a portare a casa il compitino, sapendo di essere lo stesso superiore alla maggior parte degli altri giocatori.
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Nell'inverno del 2009 però, a 28 anni e in quella che per un calciatore rappresenta l'età perfetta come mix di freschezza fisica ed esperienza, viene acquistato dall'Arsenal per 20 milioni di euro, che scommette sul talento sregolato del russo, fallendo. L'attitudine negativa di Andrey si fa ancora più notare e non riuscirà quasi mai a rendere come potrebbe, oltre all'ozio sportivo anche l'alcool e le donne si erano impossessato di lui, rendendolo un peso non solo sportivo per la squadra ma anche emotivo. Nonostante questo con la maglia dei Gunners è riuscito comunque ad essere artefice di una delle prestazioni individuali più ricordate nella storia recente della Premier League. E' il 21 aprile del 2009 e sigla 4 reti nello spettacolare 4-4 fra il suo Arsenal e il Liverpool, era arrivato da poco più di 2 mesi e una partita aveva fatto ben sperare tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori, ma così non è stato e dopo la sua esperienza all'Arsenal che si è conclusa nel 2012 ha vagato nel mondo del calcio russo senza lasciare traccia appendendo gli scarpini al chiodo nel 2012.
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Si parla di tanti giocatori simili a lui, dai soliti Cassano e Balotelli parlando della nostra nazione, ma mai nessuno come prima di lui era riuscito a sbagliare così tanto in così poco e allo stesso tempo a dimostrare di essere tanto grande come calciatore ma così tanto perso in sé stesso e i suoi vizi come uomo. Un grande rimpianto di tutto il calcio, non solo quello russo, che hanno visto scivolare via uno dei talenti più puri del 21esimo secolo, ne passeranno pochi come Andrey.
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