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Elogio dell'Icona

  • Immagine del redattore: Simone Spada
    Simone Spada
  • 7 gen 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Come si diventa una Icona sportiva? Certo non è qualcosa che tutti possono raggiungere. Ma è sicuramente qualcosa a cui tutti possono aspirare. Poi si segue la teoria darwiniana della specie: c'è chi persiste e ce la fa, e chi invece rimane indietro. E si sa, se rimani indietro sei perduto.


Nel 2020 abbiamo avuto, se mai ce ne fosse bisogno, l'esemplificazione di come servano determinati requisiti per diventare Icona. Lo ha reso noto Zlatan Ibrahimovic in una recente intervista concessa all'amico Massimo Ambrosini, andata in onda sui canali sportivi di Sky durante le feste natalizie. Lo svedese ha fatto riferimento alla serie di Netflix "The Last Dance", dove la figura di Michael Jordan esce fuori in tutta la sua forza. Sente che ci sono dei legami con la stella dei Chicago Bulls, dei modi di fare e di pensare unici che rappresentano uno standard per chiunque voglia essere ricordato.



Il talento serve, certo. Ma c'è anche lavoro, lavoro, lavoro. Soprattutto tecnico e fisico. Poi mentale. Ci avete mai fatto caso? Tutti quelli che vincono risultano arroganti, sicuri di sé. Hanno un atteggiamento di superiorità e di spocchia nei confronti di compagni e avversari. Si sentono Dio in terra.


Sono le critiche che si sono portati dietro lo stesso Jordan, lo stesso Ibrahimovic, ma anche Cristiano Ronaldo, Diego Maradona, Michael Schumacher, Kobe Bryant, Lance Armstrong, Federica Pellegrini, Jorge Lorenzo, Valentina Vezzali, e in parte Rafael Nadal.


Hanno la necessità di avere un obiettivo. Non si tratta solo di vincere, ma di dominare. Per farlo hanno bisogno anche di un circolo di compagni in grado di supportare tanta forza. Lo ha raccontato proprio Ibra ad Ambrosini: ha la necessità di vedere che i compagni riescano ad arrivare al suo livello (o, almeno, ad avvicinarvicisi). Stessa cosa per Jordan, ma come spiegò bene Steve Kerr nessuno poteva arrivare ad un livello così alto. Al massimo potevano cercare di essere utili a tanta potenza.


Più vinci e più stai antipatico. Ma più vinci e più risalti. E allora col tempo diventi una Icona difficile da scalfire. Paradossalmente, proprio quelli che ad un certo punto vengono detestati, diventano anche i personaggi più celebrati. Maradona ha fatto parlare tanto di sé per le sue battute, per il suo stile di vita, per le sue follie. Ma nessuno è stato in grado di rimettere in discussione quello che ha fatto calcisticamente.


L'elogio dell'Icona infatti riesce a scindere lo sportivo dall'uomo e dalla donna, riesce a mettere da parte il narcisismo per dare voce all'unica cosa che conta: i successi, il talento, l'eredità lasciata alle generazioni successive.

 
 
 

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