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Dalla Russia con amore

Barbuzzi Giacomo

Il weekend del Gran Premio di Russia ha subito portato notizie riguardanti il futuro della F1. Innanzitutto l'ufficialità della nomina di Stefano Domenicali come successore dell'attuale CEO Chase Carey, il quale rimarrà ai vertici della F1, ma con un ruolo diverso. Oltre alla rivelazione sul futuro dell'ex team principal della Ferrari (vincitore del mondiale costruttori nel nefasto 2008), altra carne al fuoco è stata aggiunta dalla notizia di un possibile terzo GP in Medio-Oriente, che si terrebbe sul circuito cittadino di Gedda, prima del consueto ultimo appuntamento ad Abu Dhabi.



Parlando invece del presente, i team dovranno lavorare sodo per colmare il gap con la Mercedes, la quale correrà su un circuito che rappresenta un vero e proprio feudo color argento: le due macchine più veloci degli ultimi anni sono infatti imbattute in terra russa, con ovviamente Lewis Hamilton dominatore quasi assoluto. Da quando Sochi è stata inserita nel calendario nel 2014, le vittorie Mercedes sono state una certezza con, invece, una situazione più equilibrata in qualifica, quando la Ferrari ha tolto la pole ai piloti della scuderia di Toto Wolff per due volte (nel 2017 Vettel e nel 2019 Leclerc). Proprio la Rossa ha deciso di portare in pista un pacchetto di aggiornamenti riguardanti l'aerodinamica, anche se il direttore sportivo Laurent Mekies ha affermato che le novità non saranno rivoluzionarie, ma progressive e continuative per i prossimi appuntamenti, con piccole modifiche costanti dirette verso l'aerodinamica di una macchina che finora ha funzionato pochissimo



Dunque, ancora una volta, le speranze di vedere una qualche forma di lotta in pista saranno rivolte verso Max Verstappen, unico pilota che potrebbe rovinare una altrimenti già annunciata doppietta Mercedes, su un circuito che, detto francamente, non aiuta. Sochi non rappresenta esattamente una pista emozionante, con un primo settore dominato da un lungo rettilineo (molto importante sarà sfruttare la scia dei primi due per chi partirà in seconda fila) e con una curva a sinistra da fare in pieno che ricorda una rotatoria; il settore centrale è invece caratterizzato da curve a 90 gradi medio-veloci che portano ad un altro lungo rettilineo nel quale inizia la parte finale del circuito, decisamente la più guidata per via delle lente chicane presenti, prima della doppia destra che conclude un giro nell'Autodromo di Sochi.



L'appuntamento russo è stato più volte messo in discussione, proprio per via della scarsa spettacolarità dell'evento, in un calendario veramente ben strutturato da parte della FIA, bravissima nel tirare fuori una stagione valida e regolare, che è ciò di cui avevamo bisogno. Saranno quindi ben lontane le curve emozionanti e adrenaliniche del Mugello o di Spa, ma in una stagione così complessa e travagliata come quella del 2020, ci si può tranquillamente accontentare anche di Sochi.

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