La storia di oggi parte leggermente più indietro del previsto, nella Manchester operaia del dopoguerra dove cresce un giovane immigrato irlandese, Thomas Gallagher. Tutti i fratelli Gallagher sono tifosissimi dello United (già proprio lo United) ma questa cosa a Thomas proprio non va giù, un po' per lo spirito ribelle che ha sempre caratterizzato i nativi della terra del quadrifoglio, un po' perché il destino la prende sempre larga ed il leitmotiv dello spirito fratricida sarà una costante nella vita dei nostri protagonisti, e decide quindi di rinnegare la squadra dei fratelli (probabilmente con un bel "F**k Off", marchio di fabbrica della famiglia) e iniziare a tifare per gli altri, i citizens.
Non lo ammetteranno mai probabilmente, ma quella scelta di Thomas ereditata poi dai figli è stato l'unico vero regalo fatto a Noel e Liam, che da sempre e per sempre rimarranno legati alla squadra meno blasonata di Manchester. Noel lo capisce subito a 8 anni quando viene sballottato per la prima volta nella bolgia della Kippax Stand del Main Road di Manchester, dove riesce solo a vedere l'inutile gol del Newcastle nel dominio firmato 5-1 City di quel pomeriggio.
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In quella partita ci sono tutti gli anni '70 di una città come Manchester, l'alcool, la disperazione della classe operaia e il calcio, l'emozione più grande a cui un bambino nato in posto del genere può aspirare. In questo ambiente crescere non è semplice e di fronte ai fratelli Gallagher si presentano solo due strade: seguire le orme del padre, trovare un impiego triste e finire divorato dall'alcool, o provare a diventare uno degli eroi che la domenica mettono in scena lo spettacolo che tanto ami, un calciatore. Un'aspirazione complicata, soprattutto se i piedi non ci sono e di George Best (oltre a non apprezzarlo più di tanto per ovvie ragioni) hai solo l'inclinazione agli eccessi. Per fortuna nella vita di Liam e Noel c'è un'altra via.
L'altra via è quella che porterà alla nascita degli Oasis scrivendo alcune delle migliori pagine della musica inglese e del rock in generale. Un successo che è stato sempre legato alle loro origini umili, senza mai dimenticare le difficoltà dai cui sono partiti e soprattutto senza mai separarsi dall'amore per il loro Manchester City.
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Noel quando può ancora oggi non fa mancare la sua presenza nella tribuna dell'Ethiad e se andiamo a ricercare una delle ultimissime occasioni in cui i due fratelli si sono riuniti senza alzarsi le mani a vicenda è stato proprio in occasione della registrazione della loro interpretazione di Bloom Moon, l'inno dei citizens.
Ma il momento più legato al Manchester City è sicuramente il concerto del 27 aprile del 1996 al Main Road di Manchester, quando i titoli in quella parte della città non c'erano ma l'amore per il calcio di sicuro non mancava. Il giorno del concerto più importante della sua carriera, Noel sale sul palco, guarda il suo stadio dove è venuto da tifoso centinaia di volte, guarda il pubblico della sua città e inconsciamente urla "Never going down, never going down" per celebrare la vittoria del City contro l'Aston Villa.
Il resto della serata è la più accurata rappresentazione musicale mai eseguita di un delirio calcistico, il Main Road quella sera è una gigantesca curva che tifa Oasis. Quel sentimento di unione che unisce i presenti e trasuda amore per la band, come ogni domenica il City unisce la sua curva contro l'avversaria di turno o contro il solito United (o i soliti Blur ed il parallelismo è presto fatto).
Queste immagini sono un colpo al cuore per chiunque sia stato almeno una volta all'interno di uno stadio (che siano i Distinti Nord dell'Olimpico per il Derby di Roma o il parterre del Wembley Stadium per i Coldplay vi assicuro per esperienza personale che non fa alcuna differenza) ma riguardarlo ora diventa quasi un monito che ci servirà per quando torneremo (perché si volenti o nolenti non si tengono i tifosi fuori dallo stadio, non si tengono gli amanti della musica lontani dai loro idoli).
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La storia dei Gallagher è sempre stata a due facce, quella positiva del successo e della musica, e quella negativa della famiglia, degli eccessi e dei litigi, ma una cosa è riuscita a trascendere tutto questo, e forse ancora oggi rimane l'unico punto d'incontro tra Liam e Noel: I'm City 'til I die.
Citando infine chi se non Noel stesso, prima o poi smetteremo di pensare agli Oasis come la band dei figli di Manchester che litigano tra di loro e rimarranno solo due cose che "gonna live forever": la loro musica e il Manchester City.
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