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Da Bordeaux a Parma: il ritorno dell'esiliato Graziano Pellè

  • Immagine del redattore: Eugeni Marco
    Eugeni Marco
  • 3 feb 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 feb 2021

La sessione di mercato invernale che si è appena conclusa è stata sicuramente sottotono rispetto alle ultime (comunque non entusiasmanti) e caratterizzata principalmente da colpi low cost. Come ben noto tale finestra di mercato, come quella "autunnale" avuta prima dell'inizio dei campionati è stata principalmente limitata dai pochi introiti avuti in tutto il panorama sportivo mondiale a causa della pandemia, che da ormai quasi un anno ha messo in ginocchio molti settori.


Anche se in Premier League l'impatto è sembrato essere minore, con il Liverpool che per esempio è riuscito a definire l'arrivo di Kabak dallo Schalke 04 in poche ore dopo aver scoperto di dover rinunciare per tutta la stagione pure a Joel Matip, dando uno sguardo ai numeri della nostra Serie A riusciamo a cogliere la mentalità comune di quasi tutte le squadre: non spendere. Secondo i dati forniti da Transfermarket nell'intera finestra sono state moltissime le squadre a non aver speso nemmeno un euro e in totale (senza contare i diritti di riscatto) sono stati spesi meno di 80 milioni di euro, mentre nel 2019 erano stati più del doppio: 168.


Dando ancora una volta uno sguardo globale agli effetti della pandemia sul calcio, una delle nazioni che ne ha maggiormente risentito è stata la Cina, che dopo anni di spese faraoniche ed ingaggi d'oro ha deciso di imporre un tetto salariale alle società, il che ha portato moltissimi giocatori ad abbandonare il campionato, in quanto erano andati a giocare nello stato di Xi Jinping principalmente per una questione economica.


Tra colpi in prestito e svincolati una delle società che si è mossa maggiormente è stata il Parma. La squadra di coach D'Aversa, penultima davanti al Crotone, ha voluto rinforzare un organico che da ormai moltissime partite sembra essere in balia di se stesso, senza un'idea di gioco e privo di spunti. Con un mercato orientato verso i giovani, come dimostrano gli acquisti di Dennis Man e Joshua Zirkzee, il Parma ha cercato di portarsi a casa promesse in grado di risollevare la stagione dei crociati, con un occhio verso delle future plusvalenze, ormai il diktat del calcio moderno.


Fra i tanti giocatori arrivati però figura una vecchia conoscenza di Parma e del calcio italiano: Graziano Pellè, la cui ufficialità è arrivata poche ora prima della chiusura del calciomercato. Dopo 4 anni e mezzo di permanenza nello Shandong Luneng, anch'esso colpito dal taglio degli ingaggi, l'ex giocatore di Feyenoord e Southampton ha deciso di fare ritorno in Serie A, vestendo ancora una volta la maglia gialloblu, l'unica con la quale abbia mai giocato nel massimo campionato italiano di calcio. Scomparso dai radar del nostro paese dopo la fallimentare esperienza ad Euro 2016, con il rigore contro la Germania che sembra aver condizionato la sua carriera da quel momento in avanti, Graziano è ora tornato dal suo esilio.

Fare un focus ed elaborare una panoramica generale sulla carriera di Graziano Pellè risulta veramente complicato. Il ragazzo nato a San Cesario di Lecce è stato infatti protagonista di un percorso tutt'altro che canonico, e fin dal suo esordio ha trovato nella fuga dall'Italia il suo rifugio. Passato per lo stivale solo in Serie B o in quella piccola esperienza sempre con il Parma, Graziano ha vissuto la prima parte della propria carriera in Olanda, terra nella quale dopo una grandissima gavetta è riuscito a diventare una pedina fondamentale nel Feyenoord, riuscendo a realizzare nella stagione 2013/2014 27 gol in campionato, grazie all'aiuto del suo allenatore Ronald Koeman, da sempre suo grande estimatore.


Proprio l'attuale tecnico del Barcellona, l'anno seguente andato ad allenare il Southampton, portò con se il centravanti e fece fare all'allora 29enne il salto di categoria che in Italia non era stato in grado di fare. 2 anni molto positivi in Premier League, in entrambe le stagioni andò in doppia cifra ed iniziò a gravitare intorno al giro della nazionale italiana.


Nel gioco di Conte il profilo tecnico e fisico di Pellè calzava perfettamente, lui ed Eder erano ormai la coppia voluta dall'attuale tecnico dell'Inter per andare ad Euro 2016, l'evento più importante della propria carriera ed un sogno per Graziano, che però si è presto trasformato in incubo. Dopo un europeo perfetto ed un pesantissimo gol alla Spagna, ai quarti di finale contro la Germania è stato protagonista di una delle pagine più nere nella storia recente della nostra nazionale. Quel gesto del cucchiaio a Manuel Neuer al momento dei calci di rigore ed il seguente errore hanno sancito la fine dell'esperienza di Pellè nel calcio che conta.


Preso di mira ed insultato non solo dalla stampa ed il pubblico italiano, Graziano è stato indirettamente esiliato e conscio di essere ancora appetibile come calciatore ha deciso di andare in Cina, terra nella quale riempire il portafoglio ma soprattutto nella quale poter stare un po' più lontano dai problemi. Dopo tanti anni di gavetta e lontananza dal calcio italiano per alcuni istanti era riuscito a trasformarsi nell'idolo dei propri connazionali, che in tempo record però lo avevano risputato e rinnegato.

Uno dei tanti esempi di italiani che non hanno quasi mai calcato i campi del nostro campionato, i quali a vestire la maglia azzurra sentono addosso sempre un po' più di pressione rispetto agli altri, come se per meritarsela dovessero dimostrare qualcosa in più.


A 35 anni e dopo quasi 5 di militanza in un campionato nel quale si gioca un calcio chiaramente di un'altra intensità Pellè non si trova nella posizione migliore per poter dare una lezione a chi lo aveva tanto denigrato, ma ha comunque l'occasione per far vedere, almeno da qui alla fine del campionato, di cosa è capace.


Destino vuole che sia sempre con la stessa maglia addosso, quella gialloblu, che esattamente 10 anni fa aveva dato ad un giovane la possibilità di confrontarsi con i grandi.



 
 
 

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