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Compleanno senza memoria

Immagine del redattore: Dozza GianlucaDozza Gianluca

Festeggiare i 75 anni, aspettando che la morte venga a prenderti quel corpo e quella mente che ormai non hanno più senso di esistere su questa terra e della quale non ti ricordi nulla. È questo il doloroso ritratto che Uschi Elbrock, moglie del grande bomber tedesco Gerd Muller, fa del suo amato marito nonché leggenda del calcio tedesco e bandiera del Bayern tra gli anni ‘60 e ‘70, con il quale vinse tutto.


“Non mangia quasi più ed è quasi sempre coricato a letto a dormire, in attesa che arrivi l’aldilà a chiamarlo. Riesce solo a deglutire e ha pochi momenti di veglia e lucidità”, ha dichiarato la signora Muller. Queste parole, che suonano commuoventi e allo stesso tempo agghiaccianti, lasciano poche speranze sul futuro dell’ex bomber teutonico, affetto da anni dal morbo di Alzheimer che oggi, nel giorno del suo compleanno, sembra aggredirlo in maniera ancora più forte e sembra voglia debellarlo di ciò che è stato per il calcio.

Il ritratto


Nato il 3 novembre 1945, Gerhard Muller -questo il suo nome all’anagrafe-, esordisce nel calcio professionistico nel 1963 nelle fila del Nordlingen, dove resta per una stagione, fino al 1964, prima di passare al Bayern, del quale diventerà una bandiera e realizzerà 404 gol in 459 partite nei quindici anni di permanenza con i bavaresi. Tra i titoli, spiccano cinque scudetti e tre Champions consecutive tra il 1974 e il 1976, dove risulterà decisivo in più occasioni, soprattutto nel replay della finale di Bruxelles del 17 maggio 1974.

Infatti, una sua doppietta assieme quella di Hoeness, permetterà ai bavaresi di schiantare 4-0 l’Atletico Madrid e di alzare al cielo la prima delle sei Coppe dei Campioni in bacheca.

Ma il 1974 non è solo l’anno del triplete col Bayern. Poche settimane dopo, il 7 luglio 1974, deciderà la finale dei mondiali di calcio con la nazionale tedesca, che vincerà la coppa del mondo nella finale contro la Grande Olanda di Michels e Cruijff. Un successo, che farà doppietta con l’Europeo vinto due anni prima in Belgio contro l’URSS, dove Gerd Muller sarà capocannoniere con 4 reti.

Congedatosi dal Bayern nel 1979,in quell’anno passa in MLS, il massimo campionato americano di calcio, tra le fila del Fort Lauderdale, dove resterà fino al 1°luglio 1981, quando appenderà per sempre gli scarpini al chiodo.

Affetto da sempre da problemi di alcool, nel 1992 viene chiamato dal compagno di squadra e di nazionale, -nonché amico fraterno-, Franz Beckenbauer, ad allenare le giovanili del Bayern. Muller le allenerà fino al 2014, anno in cui si ritirerà definitivamente dal calcio, a causa del morbo di Alzheimer che già all’epoca lo affliggeva da tre anni.

Nella speranza (più romantica che realistica) che si riprenda e possa raccontarci le sue imprese calcistiche e nonostante la mestizia, tanti auguri, leggenda.

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