Checkmate: Milan - Liverpool Istanbul 2005
- Eugeni Marco
- 14 ago 2020
- Tempo di lettura: 4 min
A soli 2 giorni dalla disfatta dell'Atalanta nei quarti di finale di Champions League, in vantaggio fino al 90esimo per 1-0 contro il Paris Saint Germain, salvo poi essere rimontata e battuta 2-1, riviviamo un'altra grande sconfitta di una squadra italiana nell'ex Coppa dei Campioni. Dopo 15 anni è ancora una delle partite che tifosi rossoneri e non ricordano in modo più nitido, per come è arrivata e per come, in soli 6 minuti, i ragazzi della Kop abbiano rimesso in piedi una partita che sembrava ormai compromessa. Istanbul è stata il palcoscenico di una delle più grandi tragedie sportive del calcio moderno, Milano come Costantinopoli e l'Italia come l'Impero Romano d'Oriente, andiamo a vedere la loro caduta.

Il 25 maggio 2005 a contendersi la coppa dalle grandi orecchie 2 delle squadre simbolo di questa competizione, da una parte i diavoli di Milano, alla seconda finale negli ultimi tre anni, dall'altra i Reds, tornati in finale esattamente 20 anni dopo la strage dell'Heysel. I rossoneri partivano logicamente favoriti, potendo schierare quello che è il loro miglior 11 iniziale degli ultimi 25/30 anni. Infatti quella rosa era composta dai seguenti giocatori: Dida, Maldini, Nesta, Stam, Cafù; Gattuso, Pirlo, Seedorf, Kakà, Crespo, Shevchenko. Venne lasciato in tribuna Pippo Inzaghi, che il fato ha voluto premiare 2 anni dopo nella finale di Atene, nella quale sarà assoluto protagonista. Il Liverpool invece non era nemmeno riuscito ad arrivare fra le prime 4 in Premier League e riponeva le proprie speranze sul duo d'attacco Kewell-Baros, non proprio allo stesso livello dell'ucraino e dell'argentino del Milan.

Fischio d'inizio, neanche il tempo di sedersi ed il Milan è già in vantaggio con il capitano Paolo Maldini dopo una punizione di Pirlo, al 14esimo Shevcenko fa 2-0 e al 38esimo Crespo sigla il terzo gol, entrambi su assist di un Ricardo Kakà che ormai viaggiava ad un altro livello per chiunque, e che nella semifinale contro il Manchester United era stato protagonista di una delle migliori prestazioni individuali nella storia di questa competizione . Non c'era storia signori, Liverpool annichilito da una superiorità tattica, fisica, tecnica e dei singoli dei rossoneri. Si va negli spogliatoi e leggende narrano che la squadra allenata da Carlo Ancelotti stesse già festeggiando, fatto che venne poi smentito. Anche se questa cosa fosse frutto della mente di qualcuno, rimane il fatto che probabilmente nessun giocatore del Milan non pensasse già al momento nel quale avrebbe abbracciato forte e alzato al cielo la coppa alla fine dei 90 minuti. Il secondo tempo però qualcosa si rompe, i meccanismi fino ad allora ben funzionanti si inceppano, al 54esimo il capitano e anima dei Reds Steven Gerrard fa 3-1 e nel giro di 6 minuti Smicer e poi Xabi Alonso (che segnò su ribattuta dopo che Dida aveva parato il penalty causato da Gennaro Gattuso) riportano la gara in parità 3-3, tutto da rifare. Gli ultimi 30 minuti di gara scivolarono via, il Liverpool aveva giocato per 15 minuti ad un ritmo impensabile, il Milan era psicologicamente a pezzi. Si andò ai supplementari che videro il Milan un po' più propositivo, ma ormai tutti sapevano che la gara si sarebbe decisa ai rigori e così fu.

Il Milan era un corpo senza vita e i rigori lo dimostrarono a pieno, Serginho tirò in alto a sinistra come in finale a Manchester contro la Juventus ma sbagliò. Stessa cosa fece Pirlo, mentre Hamann e Cissè batterono Dida, 2-0. Per i diavoli Tomasson e Kakà segnarono, Riise invece sbagliò. Ora Shevcenko aveva il compito di segnare per non far perdere la propria squadra. Mentre 2 anni prima il suo rigore fu decisivo per la vittoria, questa volta invece decretò la sconfitta, sbagliandolo. Dudek con il suo strano movimento di braccia e gambe lungo la linea della porta aveva stregato i giocatori rossoneri, che avevano ufficialmente buttato via quella che era praticamente una partita già vinta. Il Liverpool festeggia ed entra di diritto nella storia, come il Milan, ma per motivi diametralmente opposti.

na storia che sembra collegata da un filo rosso che dal 2003 arriva fino al 2007, un viaggio per il Milan fatto di tanti avvenimenti e tanti insegnamenti. Nel 2003 vince e convince contro la rivale di sempre, nel 2005 spreca e pecca forse di superficialità e presunzione. Alcuni spezzoni di partita sembrarono un revival della finale con la Juventus, come se pensassero ancora a quella partita rispetto a quella che stavano giocando, inondati di bei ricordi di un qualcosa ormai passato. Infine nel 2007 con la vittoria ad Atene (non a caso città nella quale troviamo il monte Olimpo, sede degli dei), sempre contro il Liverpool grazie a Super Pippo Inzaghi, da relegato a eroe in soli 2 anni, il Milan dimostra una maturazione arrivata a compimento dopo tanti sforzi e anche qualche delusione. Quel 25 maggio 2005 resterà, sempre e comunque, uno degli avvenimenti calcistici più ricordati di sempre, se per i Mondiali c'è Olanda - Germania Ovest del 1974, per la Champions League c'è questa partita qua.
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