Nel 1971 l'umanità ringrazia ancora una volta l'immenso Stanley Kubrick per averci regalato un film maestoso che passerà alla storia col nome di Arancia Meccanica (A Clockwork Orange). 3 anni più tardi, al Mondiale di Calcio in Germania Ovest, per le sue tenute completamente arancioni e per il fascino ipnotizzante che esercitava su chiunque l'ammirasse, una nazionale fu soprannominata "Arancia Meccanica", l'Olanda di Rinus Michels e Johan Cruijff.
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Il calcio totaledell'Olanda pennella quadri calcistici di livello superiore, l'arrivo in finale era scontato e se fossi stato li presente nel luglio del '74, i miei 5 marchi non avrei avuto dubbi su chi puntarli. Ad attenderli ci sono i padroni di casa, sui quali ci sarebbe da scrivere fiumi di parole ma ci limitiamo a segnalare che erano guidati dal Kaiser in difesa e davanti c'era un piccoletto che di gol ne segnava a valanga.
E' una finale che, come spesso accade in certe situazioni, va oltre l'evento sportivo. L'astio tra le due nazionali è altissimo, Wim van Hanegem ad esempio li vuole umiliare, far vergognare la squadra di casa davanti al suo pubblico. Prima della partita disse: "Non me ne frega niente finché non li abbiamo umiliati. Hanno ucciso mio padre, mia sorella e due fratelli. Io sono pieno di angoscia. Li odio.", ricordando il dolore subito durante la guerra.
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Prima della partita però a farla da padrona è uno scoop della Bild, la quale ha scoperto che non erano le mogli dei calciatori olandesi le signorine con le quali i campioni oranje hanno passato una notte di festeggiamenti. Leggenda narra che la signora Cruijff abbia tenuto in ostaggio il marito, il giorno prima della finale, per oltre 4 ore.
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Anche l'arbitro è tutt'altro che un signor nessuno, Mr. Jack Taylor, macellaio di Wolverhampton, grande estimatore dell'organizzazione tedesca. Impeccabili i tedeschi si, peccato che si erano dimenticati di posizionare le bandierine del calcio d'angolo prima del fischio d'inizio, problema segnalato dal gentleman inglese. A lui l'onore di dare il via ad un'inizio di finale che probabilmente non rivedremo mai nel corso della storia del calcio.
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Calcio d'inizio. Si alza il sipario, il direttore si gira verso il pubblico, inchino. E poi via l'opera ha inizio. Un Concertato su campo di calcio. Neeskens, Krol, Rijsberg, Haan, Suurbier, Haan. Possesso palla tipico dell'idea Michelssiana del calcio. Rijsberg, Haan, Cruijff, Rijsberg, Krol, van Hanegem, Neeskens, Rijsberg, ancora Cruijff. Un lampo, dal nulla il 14 cambia passo e non è umanamente raggiungibile. Unica soluzione, Uli Hoeneß da dietro lo stende e calcio di rigore. Gol di Neeskens che chiude i due minuti più insensati della storia del Mondiali. L'apoteosi del calcio totale davanti alla quale nessuna squadra può nulla.
Cosa poteva andare storto ora?
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Il gol paradossalmente diventa una condanna. Li vogliono umiliare, una lezione di danza del pallone che gli olandesi vogliono infliggere ai tedeschi. Errore. A metà primo tempo infatti Breitner si inventa una sovrapposizione magnifica che porterà ad un altro contatto in area di rigore. Batte Paul "il rosso" (si maoista con il Libretto Rosso in tasca) Breitner, davanti a lui Joengblod, professionista sin dalla tenera età di 34 anni, tabaccaio, comunista e pescatore, mago coi piedi più che tra i pali. Tiro, gol 1-1.
Niente da fare, troppo tardi, ora non li puoi fermare, mentalmente sono di un'altra categoria i tedeschi. Fine primo tempo, cross dalla destra controllato in mezzo da quello che segna sempre. Operaio tessile di nome Gerd, cognome Muller. 2-1 e si chiude il primo tempo. Il secondo tempo praticamente non esiste, se il calcio totale non è più un'idea ma un'ossessione le cose non funzionano. Fischio finale vincono i tedeschi.
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"C'hanno fregato un'altra volta" dirà a fine partita il cronista olandese. La squadra più forte del mondo battuta in finale e pure meritatamente. La Germania Ovest da quello svantaggio iniziale ha tirato fuori una prestazione di livello stratosferico, incatenando il talento e le idee degli olandesi rendendoli praticamente sterili per metà partita.
Anche gli apparentemente intoccabili possono finire al tappeto. Come l'onnipotente Alex finì abbandonato dai suoi drughi e incarcerato, anche l'"Arancia Meccanica" di Cruijff e Michels, ipnotizzata da se stessa, finì vittima dello scacco matto dei tedeschi, troppo superiori a livello mentale. Sconfitta meritata e dolorosa, una nazionale praticamente perfetta ma che non riuscì mai a vincere quel maledetto mondiale.
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