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Bandiera a scacchi: Gran Premio di Turchia

Barbuzzi Giacomo

Il Gran Premio di Turchia è stato incredibile, in un Mondiale di per sé bellissimo. Le condizioni meteo hanno sicuramente aiutato e grazie al nuovo asfalto, praticamente simile al ghiaccio per le temperature basse e la pioggia, abbiamo assistito a una gara indimenticabile, dove i piloti hanno dato vita ad errori, battaglie ruota a ruota, record infranti e staccate al limite. Già il sabato è stato incredibile: pole position di Stroll e Perez terzo, con le Mercedes neanche in seconda fila.

Al via della gara le due Racing Point scappano facilmente dalle Red Bull, che partono male, mentre Hamilton dalla sesta posizione passa subito alla terza. In curva uno anche degli incidenti: Ocon si gira dopo aver toccato il proprio compagno di squadra Ricciardo, a sua volta toccatosi con Hamilton, mentre anche Bottas si gira da solo, senza danneggiare la macchina.


La partenza migliore è di Vettel, partito undicesimo e ritrovatosi immediatamente quarto e poco dopo terzo. Infatti, qualche curva più tardi un errore di Hamilton permette al futuro pilota Aston Martin di agguantare addirittura il momentaneo podio. Attorno all’ottavo passaggio Leclerc, partito non bene, decide di rientrare ai box per passare alle intermedie, visto il miglioramento della pista bagnata ed infatti riesce a trovare un buon ritmo; la Ferrari decide allora di fare la stessa cosa con Vettel. Al giro 17 il tedesco viene passato da Albon, mentre Verstappen entra in lotta con Perez per la seconda posizione, ma in uscita di curva tre finisce fuori pista e si gira, causando flat spot alle gomme e dovendo rientrare ai box per il pit stop. L’olandese viene così sorpassato dal compagno di squadra Albon e da Vettel ed Hamilton, questi ultimi praticamente attaccati. Al giro 21 Bottas perde nuovamente il controllo della vettura, dimostrando come non abbia mai trovato ritmo in questo weekend decisivo per il Mondiale, il finlandese ha infatti corso una gara in difficoltà estreme ed è sempre rimasto nelle zone meno nobili.

Al passaggio 26 Norris effettua un gran sorpasso all’interno di Russell e al 32 l’altra McLaren di Sainz supera Ricciardo per la sesta casella. Successivamente Leclerc cambia nuovamente gomme e passa ad un nuovo set di intermedie, forzando gran parte dei piloti a fare la stessa cosa per evitare un fortissimo undercut, ma in casa Ferrari il pit stop di Vettel è tutt’altro che buono, mentre in pista Albon si gira e viene sorpassato da Hamilton. Si ferma anche Stroll che però con questa sosta perde la testa della corsa per non riprenderla più. Al giro 37 Hamilton, che non è rientrato ai box, raggiunge Perez e si prende il primo posto. Nel frattempo Leclerc guadagna posizioni e al passaggio numero 40 infatti, supera Albon, mentre Vettel viene attaccato da Stroll, il quale non riesce a mettersi dietro il pilota Ferrari e subisce anche il sorpasso del monegasco. Qualche curva dopo le due Rosse entrano in lotta per la quarta e quinta casella, con questo sorpasso Leclerc si mette a caccia di Verstappen, scavalcato poi poco dopo.

Nel frattempo Albon viene passato anche da Sainz, mentre al giro 56, il crollo di Stroll diventa ormai palese e il canadese incassa la manovra di Norris per l’ottava. La bandiera a scacchi è di Lewis Hamilton, vincitore del GP e campione del mondo, mentre alle sue spalle Leclerc va all’attacco di Perez, blocca l’anteriore destra e finisce così lungo. Il monegasco è costretto a perdere non solo la posizione sul messicano, ma anche quella su Vettel, che dunque completa il podio con Perez. Leclerc termina quarto, seguito da Sainz, le due Red Bull di Verstappen e Albon, Norris, Stroll e Ricciardo. Senza punti Ocon, Kvyat, Gasly, Bottas, Raikkonen, Russell, Magnussen, mentre si ritirano Grosjean, Latifi e Giovinazzi.

Lewis Hamilton è campione del mondo per la settima volta nella sua carriera. Per il britannico è la quarta conquista consecutiva, dopo che le prime tre erano state ottenute nel 2008, 2014 e 2015, in mezzo soltanto un Mondiale sfumato: quello del 2016 contro il compagno di squadra Rosberg. Proprio da quell’anno il campionissimo Mercedes ha lasciato solo le briciole agli avversari, prendendosi così il settimo sigillo iridato in un campionato egemonizzato da lui stesso e senza alcuna possibilità di risposta da parte degli avversari.

Hamilton aggancia così Schumacher anche nei titoli mondiali, ma lo fa con tutta la sua classe ed esperienza, in una gara straordinaria come quella della Turchia e guidando magistralmente in condizioni che da sempre lo hanno esaltato. Dopo il passaggio sul traguardo la commozione per via del record conquistato: i complimenti dal muretto box non ricevono risposta, vista l’emozione del pilota, che poi decide di ringraziare tutti tra le lacrime. Dopodiché il messaggio motivazionale del campione, rivolto a chi desidera essere come lui: “Per tutti i ragazzi che sognano l’impossibile, continuate a farlo perché ce la potete fare”.


Nella zona riservata ai piloti sul podio il britannico ritarda l’uscita dalla proprio monoposto, probabilmente per la commozione, mentre prima Perez e poi Vettel si complimentano con lui. Sergio Perez conquista per la prima volta nella sua carriera un secondo posto e Sebastian Vettel sale finalmente sul podio nel 2020, forse la cosa più giusta che si potesse immaginare nel giorno del settimo titolo di Hamilton, visto che negli ultimi undici anni questi due campionissimi hanno ottenuto in totale ben dieci titoli iridati. Il GP di Turchia si conclude in questo modo: con il pilota Ferrari che probabilmente saluta così i suoi tifosi (difficile pensare ad un altro podio nelle ultime tre gare, ma non si sa mai) e con Lewis Hamilton, che prima di oggi era già leggenda, ma da questo momento ancora di più.

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