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Bandiera a scacchi: Gran Premio di Sakhir

Barbuzzi Giacomo

Il Gran Premio di Sakhir ha rappresentato in pieno questo Mondiale 2020, ricco di colpi di scena e di emozioni inaspettate. La seconda gara consecutiva del Bahrein ci ha regalato due storie, una bellissima ed un’altra decisamente meno: della prima è protagonista Sergio Perez, incredibilmente vincitore al suo GP numero 190 e senza un posto in F1 per l’anno prossimo (roba da matti), mentre il protagonista della seconda storia è George Russell che stava vivendo un sogno, trasformatosi poi in un mezzo incubo sportivo.


Proprio il pilota britannico è autore di una grande partenza e riesce a mettersi in fuga da Bottas, attaccato da Perez e Verstappen, mentre nelle retrovie Raikkonen si gira all’inizio del rettilineo dopo curva 3. I due dietro alle Mercedes però, rimangono coinvolti da un erroraccio di Leclerc in curva 4: il pilota Ferrari prova un attacco insperato ai danni del messicano e lo tocca, causandone la sosta ai box ed il proprio ritiro, oltre a quello di Verstappen, che per evitare collisioni perde il controllo della sua Red Bull e finisce contro il muro. La direzione gara decide di mandare in pista la Safety Car e Sergio Perez rientra in diciottesima posizione, con Sainz momentaneamente sul podio dopo il sorpasso su Ricciardo.

Al giro 7 rientra la Safety Car e Russell riprende il proprio lavoro, scappando nuovamente da Bottas, superato addirittura per un paio di curve da Sainz. Al giro 20 Albon e Perez sorpassano Norris, con il messicano che al passaggio successivo si mette dietro anche il pilota Red Bull, salendo così in nona posizione. La gara prosegue con i pit stop dei piloti con gomma rossa, strategia a due soste per loro, e anche per quelli orientati su un solo pit stop, con la gialla. Al giro 55 si ritira Latifi e viene utilizzata la Virtual Safety Car, ma quando Sainz e Ricciardo si fermano ai box per il cambio gomme la direzione gara decide di dare bandiera verde e di far riprendere la gara, senza limitazioni di velocità. Lo spagnolo e l’australiano, in zona podio, si vedono costretti a rientrare in pista in settima e ottava posizione, mentre Perez, per via di un bloccaggio di Stroll, sale in quarta e subito dopo in terza per aver sorpassato anche Ocon.

Al giro 63 cambia la gara, grazie ai ripetuti errori del muretto Mercedes. Proprio in quel passaggio infatti, Aitken, in uscita dall’ultima curva, perde la sua ala e rientra ai box, ma la direzione gara manda in pista per la seconda volta la Safety Car, per dare tempo agli steward di riprendere l’ala della Williams. Russell e Bottas entrano per il pit stop e il finlandese resta fermo per ben 27 secondi, per via dell’anteriore sinistra non fissata bene e rientra dunque in quinta posizione, alle spalle di Stroll. Un giro dopo Bonnington (ingegnere di pista di Hamilton, ma oggi di Russell) fa sapere al britannico che le gomme montate sulla sua Mercedes erano in realtà di Bottas e che è quindi costretto a rientrare per mettere il proprio set di pneumatici. Secondo il regolamento in questi casi non si hanno penalità in termini di tempo se il cambio gomme viene effettuato prima di tre giri dall’errore: così avviene, visto il pit stop nel passaggio successivo. Al termine della gara la Mercedes è stata comunque multata di 20.000 euro.

Dopo questi momenti di difficoltà Russell rientra proprio alle spalle di Bottas ed in quinta posizione. La gara riprende al giro 69 con Perez in testa, mentre Albon scavalca Gasly per la nona. Un passaggio dopo ha inizio la rimonta di Russell, che supera prima il compagno di squadra finito lungo e poi Stroll e Ocon, il tutto in meno di 4 passaggi. Se il numero 63 è in piena rimonta, non si può dire lo stesso di Bottas, risucchiato dal gruppo dietro di sé e superato da Sainz, Ricciardo, Albon e Kvyat. A meno di dieci giri dalla fine Russell viene avvisato di una foratura ed è costretto a rientrare ancora ai box, l’inglese, sfortunatissimo, deve dire addio alle sue speranze di vittoria e rientra nelle retrovie, riuscendo però ad ottenere qualche punto ( i suoi primi in F1), finendo nono e col giro veloce.

A vincere è Sergio Perez, ritrovatosi diciottesimo dopo poche curve e al primo successo in massima categoria, ottenuto dopo 190 GP. Il messicano rientra senza dire una parola per le emozioni fortissime e manda un chiaro messaggio alla Red Bull, ancora indecisa tra lui e Hulkenberg per sostituire eventualmente Albon. Il penultimo appuntamento della stagione termina così, con le lacrime di ben due piloti, ovvero di Russell e di Perez. Le prime non le avremmo volute vedere, sia per l’affetto verso un pilota abituato a soffrire con la Williams, sia per le doti che questo ragazzo ha, invece le seconde sono di gioia ed appartengono ad uno che ce l’ha fatta: Sergio Perez è il vincitore di un Gran Premio di Formula 1 e non può che emozionarsi mentre è sul gradino più alto del podio, accompagnato dall’inno messicano.

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