top of page

Bandiera a scacchi: Gran Premio dell'Emilia Romagna

Barbuzzi Giacomo

La Mercedes vince il settimo campionato costruttori consecutivo, dimostrando come nessuno nell’era turbo-ibrida possa provare a competere sulla lunga distanza con un team semplicemente solido e dominante come quello di Toto Wolff. Anche in questo GP la Mercedes ha portato a casa una doppietta, nonostante sia servita un po’ di fortuna per raggiungere ancora una volta questo risultato, messo in dubbio dal solito Verstappen che ci prova sempre e comunque, ma che nulla può davanti a questo dominio argentato.



La gara inizia bene per Bottas, il quale sfila via da Hamilton alle prese proprio con l’olandese, rapido a mettersi davanti al britannico. Grande partenza anche di Ricciardo, seguito dagli altri piloti in bagarre: Leclerc impegnato con Albon e minacciato da Kvyat e le McLaren, mentre Vettel entra a contatto con Magnussen. Il tedesco tocca con l’anteriore destra il pilota della Haas, il quale perde il controllo della monoposto, senza riportare però danni. Al giro 9 purtroppo, Pierre Gasly è costretto al ritiro mentre stava dando vita ad uno dei suoi Gran Premi migliori, il francese si trovava infatti quinto tra Ricciardo e Leclerc, ma la chiamata ai box e il conseguente abbandono della corsa sono inevitabili.



Dieci passaggi dopo il leader della gara rientra per il cambio gomme e passa dalla mescola media a quella dura, mentre Hamilton decide di proseguire e di ritardare il pit stop. Nel frattempo i piloti partiti con le morbide perdono prestazione con il consumo degli pneumatici. Al giro 22 Bottas viene avvisato riguardo dei danni riportati al fondo della macchina (causati da detriti provenienti dalla Ferrari di Vettel, come si scoprirà dopo la gara) mentre è braccato da Verstappen, a meno di un secondo di distacco e con la possibilità di usare il DRS. Al passaggio 27 Ricciardo si rende protagonista di un gran sorpasso su Magnussen per l’ottava posizione: al Tamburello l’australiano prende l’esterno al numero 20 e, con l’ala mobile aperta, lo supera, mentre Leclerc fa la stessa cosa qualche curva più tardi.



Il secondo ritiro avviene un paio di minuti dopo i sorpassi ai danni di Magnussen e stavolta vede coinvolto Ocon, che si ferma a bordo pista a cavallo tra la fine del settore centrale e l’inizio del terzo. La direzione gara decide per il regime di Virtual Safety Car ed Hamilton effettua il cambio gomme proprio in quel momento, rientrando così con un margine più ampio su Bottas per aver perso dieci secondi in meno rispetto ad una sosta fatta in un normale giro di gara. Al giro 42 proprio il finlandese arriva lungo alla Rivazza, finisce con le ruote posteriori e l’anteriore destra sulla ghiaia e viene recuperato da Verstappen che poi lo supera definitivamente sul rettilineo. La gioia del sorpasso dura però poco: al 51esimo passaggio il numero 33 della Red Bull fora e termina la sua corsa in quell’istante, si ricostituisce così la doppietta Mercedes ed entra in pista la Safety Car.



Proprio dietro la vettura di sicurezza Russell perde il controllo della sua monoposto mentre cercava di portare in temperatura le gomme, ritirandosi per l’impatto contro le barriere. Al giro 58 riparte il Gran Premio e Kvyat si rende protagonista di grandi manovre, dietro ad un Leclerc rimasto con gomme usate al contrario di molti altri piloti, richiamati ai box per un nuovo pit stop. Il monegasco è così costretto a difendersi , mentre Perez sorpassa Albon che si gira senza alcun contatto con il messicano. Il pilota Red Bull rientra ovviamente dietro a tutti, ma il ferrarista viene scartato da Kvyat. Lewis Hamilton è il primo a passare sul traguardo (firmando inoltre il giro veloce della gara), precedendo il compagno di squadra Bottas, sul podio insieme a Ricciardo ancora una volta autore di una grandissima gara.



Termina quarto Kvyat, seguito da Leclerc, Perez, le due McLaren di Sainz e Norris e Raikkonen e Giovinazzi, incredibilmente entrambi a punti. Chiudono a zero Latifi, Grosjean, Vettel (grande passo gara del tedesco che partiva dietro e anche penalizzato da un pit stop lentissimo in casa Ferrari), Stroll e Albon. Ritirato anche Magnussen per via di un forte mal di testa peggiorato dal continuo sollecitamento nel prendere i cordoli. Il Gran Premio dell’Emilia Romagna è stato un successo nonostante si sia svolto a porte chiuse, cosa triste ma necessaria: in una zona dove la passione per i motori si respira costantemente è stato bello vedere le monoposto attuali sfrecciare tra le curve mitiche di un tempio della velocità come Imola.

Comments


bottom of page