Wimbledon, 14 Luglio 2019. La finalissima del torneo britannico vede in campo un grande classico del tennis moderno. Djokovic e Federer si incontrano per la 48esima volta su un campo da tennis, con un bilancio di 26 a 22 in favore del serbo. Ovviamente tutte le premesse furono rispettate, il giorno in cui il popolo francese festeggia l'assalto alla roccaforte della Bastiglia, uno svizzero e un serbo hanno dato vita ad una battaglia senza esclusione di colpi degna di una rivoluzione.
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Da una parte abbiamo Roger, che lotta per allungare il suo record di vittorie a Wimbledon, dall'altra Nole invece cerca di non perdere il passo con lo svizzero e riscattare una stagione costernata dagli infortuni. Il campo però ci regalerà una partita destinata a rimanere nella storia. I motivi furono essenzialmente due. Per prima cosa Federer stava servendo per il match quando Djokovic riuscì ad annullare ben due match point (in risposta). E fin qui ok, succede. Peccato che in una finale di Slam non accadeva dal 1948, quando Falkenburg batté Bromwich 7-5 0-6 6-2 3-6 7-5, dopo aver annullato addirittura 3 matchpoint sul 3-5. Grande tenuta mentale per Djokovic, che messo alle strette ha risposto come solo lui sa fare, da campione. Dall'altra parte invece si conferma una delle pochissime statistiche negative attribuite a re Roger, infatti si tratta della 22esima sconfitta per lo svizzero dopo aver avuto un matchpoint a favore.
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Secondo motivo, ci siamo trovati davanti ad una battaglia da 4 ore e 57 minuti che la rende la finale più lunga nella storia di Wimbledon e la seconda finale più lunga nella storia di tutti gli Slam. Una vera e propria maratona che ribadisce ancora una volta che tipo di campioni straordinari siano Nole e Federer, anche se non ce n'era affatto bisogno. Non a caso però la finale più lunga della storia degli Slam vede lo zampino di uno dei due finalisti. Agli Australian Open del 2012 le 5 ore e 53 minuti sono un record che appartiene a Rafa Nadal e proprio Nole Djokovic.
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Un finale che sembra già scritto, con l'ennesima vittoria sul Campo Centrale di Roger, ma mai dare per vinto il serbo, soprattutto quando sembra spacciato. Scaccomatto.
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