Una corsa lunga, cavalcante verso la porta avversaria. Bastoni lo vede partire, vede lo spazio, lo serve in profondità. Il Nicolò Barella di due/tre anni fa avrebbe avuto difficoltà a chiudere quella azione: magari avrebbe sbagliato lo stop, magari avrebbe calciato (male) d'istinto, magari si sarebbe fatto recuperare dal diretto difensore.
In copertura ci sono Chiellini (che si sbraccia perché deve fare un recupero impossibile) e Frabotta (che lo perde sulla lunga distanza). Barella fa due cose semplici ma non banali: abbassa il ritmo e l'altezza della corsa del pallone; a tu per tu col portiere tira abbastanza alto in modo da evitare la respinta. E' il secondo gol in stagione dopo quello, guarda caso, contro il suo Cagliari.
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L'Inter è in buone mani. L'investimento fatto un anno e mezzo fa sta dando i suoi frutti, segno che la dirigenza aveva visto bene. E poteva darne due di frutti se Sensi non si fosse rivelato molto fragile fisicamente. Sta lì la differenza tra i due: il sardo è costante nelle prestazioni, costante nel seguire le disposizioni tattiche di Conte, forte fisicamente e mentalmente. E' cresciuto esponenzialmente nel giro di pochi mesi, ottenendo la giusta maturità calcistica nel momento clou della sua carriera.
Perché a breve compirà 24 anni ed è questo il momento in cui deve passare all'incasso. Lo scudetto dell'Inter passa soprattutto da Barella, dalle sue giocate e dalla sua adattabilità tattica. Conte lo può utilizzare da mezzala, da regista o da trequartista in maniera indifferente. Ma è soprattutto da trequartista, ruolo col quale è nato e cresciuto, che sta dando le maggiori garanzie, anche in termini di sostegno alla fase avanzata composta da Lautaro e Lukaku.
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E allora ecco l'assist per il gol di Vidal, ecco le giocate in assistenza degli attaccanti, ecco i gol. Roberto Mancini annota sul taccuino e ragiona sui prossimi Europei. Il suo vice Evani lo ha sempre spinto come il talento in grado di fare la differenza, e nell'Inter lo sta dimostrando. In nazionale avrà bisogno di nuove prestazioni probanti per accendere su di sé i riflettori del mondo.
Intanto è il miglior centrocampista italiano e il miglior centrocampista della Serie A: tanto basterà fino alla fine della stagione per un possibile scudetto neroazzurro? Possibile, il ragazzo è ambizioso e non si farà sfuggire questa occasione.
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